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Oltre 33.000 imprese a rischio chiusura per colpa del blocco alla cessione dei crediti

Blocco cessione dei crediti
via depositphotos.com

Secondo il CNA il blocco della cessione dei crediti spingerà oltre la metà delle imprese a chiudere cantieri attivi

(Rinnovabili.it) – Oltre 60.000 imprese artigiane del comparto edile si trovano con un cassetto fiscale pieno, ma senza liquidità. Di queste quasi il 49% parla di rischio fallimento proprio a causa del blocco alla cessione dei crediti.

Parla di una “bomba economica da disinnescare” la Confederazione Nazionale degli Artigiani (CNA) che in questi giorni ha cercato di attirare l’attenzione del Governo su un problema tutt’altro che marginale.

Si perché, se da un lato il recente Dl Aiuti ha riaperto alle banche la possibilità di cedere a loro volta il credito fiscale acquistato anche a clienti professionali privati, riaprendo un po’ il rubinetto. Dall’altro sono ancora troppi le imprese rimaste senza acquirenti.
Secondo il CNA il blocco della cessione dei crediti, i continui stop-and-go e le incertezze normative hanno portato a quasi 2,6 miliardi di euro di crediti riconosciuti attraverso lo sconto in fattura, ma non monetizzati. E purtroppo questo è un cane che si morde la coda. Per non essere in debito della mancata cessione dei crediti quasi un’impresa su due paga in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia le tasse e 1 su 5 non riesce a pagare i propri collaboratori.

Sconto in fattura un beneficio al cliente o allo Stato?

Dalle stime sono quasi 33mila le imprese a rischio fallimento, ma ben oltre 40mila quelle che comunque prospettano una inevitabile chiusura dei cantieri attivi. Dal campione preso in esame dal CNA e dall’analisi dei fatturati, emerge che le imprese con giro d’affari di 150mila euro detengono 57 mila crediti nel proprio cassetto fiscale. Maggiore è il fatturato, minore è l’incidenza: per un’impresa con 750mila euro di ricavi i crediti bloccati si aggirano attorno ai 200 mila euro.

Ma dove si blocca il meccanismo? Il 47% dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquistare i crediti mentre il 34,4% si lamenta dei tempi di accettazione lunghi e burocratici.

Le banche hanno riaperto l’acquisto di crediti, ma purtroppo sono ancora oltre 5 miliardi quelli in attesa di accettazione, e di questi ben 4 miliardi si riferiscono ancora a prime cessioni o sconti in fattura.

Occorre ricordare che attraverso lo sconto in fattura l’impresa ha anticipato per conto dello Stato un beneficio al cliente, facendo affidamento sulla possibilità, prevista dalla legge, di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi”, ribadisce il CNA. Che chiede al Governo un intervento immediato per salvare un meccanismo che ha permesso al Pil dello scorso anno di risalire e che potrebbe essere una buona strategia per migliorare la qualità del patrimonio edilizio italiano.

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