Si attende un’ulteriore misura dal Governo per sbloccare la situazione
(Rinnovabili.it) – Questa volta l’allarme è serio, due degli istituti di credito maggiori, Intesa e Unicredit, annunciano il blocco alle cessioni del credito: il plafond è finito.
La notizia sta rimbalzando sui principali media, tra i quali il Sole24Ore che conferma l’inevitabile e progressivo allontanamento delle due Banche dall’acquisto dei crediti derivati dalle detrazioni fiscali.
Il problema è sempre quello, troppe richieste. Intervistata dal Sole24Ore, è la stessa Intesa Sanpaolo a confermare che “se non verranno modificate le norme, sarà inevitabile un progressivo rallentamento fino all’uscita”. Stiamo parlando di numeri importanti che fino ad ora hanno retto l’intero sistema del Superbonus e compagni. Nello specifico Intesa ha ricevuto richieste per 20 miliardi, acquisendo oltre 4 mld di crediti da bonus edilizi, di cui circa la metà relativi agli sconti in fattura delle imprese. Stessa cosa per Unicredit, arrivata ad impegnarsi all’acquisto di 1,2 mld di crediti. E se a questi numeri sommiamo i 9 miliari messi a disposizione da Poste Italiane, comunque non raggiungiamo i 18,7 mld di euro registrati dal report ENEA per i lavori del Superbonus.
Come si è arrivati al blocco della cessione del credito
Il Sole24Ore lo definisce “effetto ad imbuto”, definizione decisamente chiarificatrice. Cosa è successo. Le banche più piccole stanno esaurendo il proprio plafond, smettendo di acquistare nuovi crediti, per la paura di non riuscire ad utilizzarli entro fine anno.
Al Superbonus si aggiungono poi gli altri bonus edilizi ed, in ultimo, anche i crediti cedibili dalle imprese energivore.
Il risultato è il riversarsi sui grandi gruppi finanziari di tutti i soggetti rimasti fuori dai giochi. Ma anche questi ultimi non hanno una capienza fiscali illimitata, da questo l’annuncio di un progressivo stop agli acquisti dei credit.
Un sistema destinato al collasso
Purtroppo il possibile blocco alle cessioni del credito da parte degli istituti bancari arriva in seguito ad un susseguirsi di aggiornamento normativi destabilizzanti. Partendo dal decreto Antifrodi di novembre, per arrivare al DL Sostegni Ter che aveva addirittura eliminato completamente il concetto di moneta fiscale dei bonus. Oggi il meccanismo di cessione del credito è fermo a tre passaggi calmierati, con un possibile quarto passaggio introdotto dalla Camera con l’ok al dl Bollette.
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Ma già si parla di un correttivo alla norma. L’obiettivo è consentire alla banche di liberare la propria capienza fiscale cedendo parte dei crediti ai propri clienti. Tra le ipotesi del prossimo futuro, il ritorno ad una frammentazione parziale del credito, eventualmente su base annuale e da parte dello steso soggetto (come proposto dal Direttore Generale di ABI, Giovanni Sabatini).
Insomma, il Governo deve trovare una soluzione al più presto per evitare il collasso dell’intero sistema.