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Gusci d’uovo, facciate fotovoltaiche, biomassa e vestiti riciclati: il futuro della bioedilizia

Decarbonizzare il settore delle costruzioni passa dall'innovazione dei singoli componenti e materiali. Ecco 4 realtà che stanno cambiando il futuro della bioedilizia

La ultime tendenze del costruire green protagonisti a Klimahouse 2023

(Rinnovabili.it) – Il settore edile è responsabile oggi del 40% dei consumi energetici mondiali, dati che obbligano il comparto ad agire il più rapidamente possibile per limitare i danni del surriscaldamento globale. E’ indispensabile perciò sviluppare un nuovo modo di costruire orientato alla bioedilizia, maggiormente efficiente, sostenibile e improntato secondo i principi dell’economia circolare.

Il panorama italiano offre già oggi molteplici soluzioni innovative, realtà aziendali consolidate ed emergenti attive nel campo della ricerca di materiali da costruzione più green, smart e ad alte prestazioni. Tra le imprese più virtuose, quattro in particolare hanno ricevuto l’importante riconoscimento del Klimahouse Prize, il premio assegnato in occasione della 18esima edizione della manifestazione internazionale dedicata all’efficienza energetica ed al risanamento in edilizia. Il futuro della bioedilizia passa da loro.

Fondere l’architettura all’energia pulita

Vincere il Klimahouse Prize significa essere stati capaci di fare la differenza per il futuro dell’architettura sostenibile.

Il primo esempio esempio virtuoso su cui il premio, assegnato in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha puntato i riflettori è una componente tecnologica innovativa che fonde energia pulita ed architettura.

Skala, sviluppato da Sogimi S.p.a., è un componente fotovoltaico all’avanguardia capace di trasformare il tradizionale involucro verticale in un generatore di energia. Grazie ad appositi agganci di connessione che permettono la realizzazione di una facciata ventilata, Skala garantisce un’elevata facilità di montaggio e consente la futura ispezionabilità del componente.

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I rifiuti organici diventano isolanti termici naturali

Passando all’isolamento termico per la bioedilizia è Neodur WTRX A+ del Gruppo Poron srl ad aver colpito i giudici. Si tratta di un isolante con goffratura e tagli rompitratta in polistirene espanso ottenuto da materie prime rinnovabili derivanti da biomassa, quale sottoprodotto dei rifiuti organici.

Questa soluzione minimizza l’impiego delle risorse naturali senza compromettere le prestazioni isolanti e si adatta ad una fascia ampia di utenti.

Gusci d’uovo, riso e coccio per l’intonaco green

Rimanendo nel campo dei materiali sostenibili è Calcedicampo Bio-Intonaco di Calchèra San Giorgio, il prodotto ritenuto più innovativo da Klimahouse 2023. L’intonaco è costituito da un composto equilibrato di materie riciclate quali calce pura naturale e sabbia da gusci d’uova, ceneri amorfe di lolla di riso e cocciopesto, tutte provenienti dalla filiera agroalimentare e del laterizio. L’economia circolare è alla base della produzione di questo materiale che assicura allo stesso tempo un’ottima traspirabilità e minimizza i fenomeni di condensa superficiale.

I vecchi vestiti diventano pezzi di design

Non sono solo le realtà consolidate ad aver dimostrato grande attenzione nei confronti di processi costruttivi orientati alla bioedilizia e dello sviluppo delle città del futuro. Tra le start-up emergenti protagoniste di Klimahouse 2023 è Nazena con la sua attività di upcycling deep-tech a spiccare tra le proposte più promettenti nel segno della transizione energetica. Grazie ad un innovativo processo di riciclo delle fibre. Già brevettato, la giovane azienda ridà vita agli scarti tessili industriali trasformandoli così in prodotti green e pezzi di arredamento.