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Da Oakland arriva il BioCemento che eguaglia in prestazioni il cemento Portland

Una piccola start-up americana ha eliminato dalla cottura del cemento il calcare, azzerando così le emissioni di CO2 rilasciate dal processo chimico

https://youtu.be/6Pqo16XzLhg

L’industria del cemento è responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO2, il triplo rispetto all’industria aeronautica

(Rinnovabili.it) – In media produciamo una tonnellata di CO2 per ogni tonnellata di cemento prodotto, se poi pensiamo che questo materiale è il secondo più utilizzato al mondo dopo l’acqua, abbiamo un’idea dell’entità del danno che questo comparto sta avendo a livello ambientale. Ma non tutto è perduto. Sono molte le start-up e le aziende che si stanno specializzando nella produzione di biocemento a ridotte emissioni di carbonio.

In questo interessante panorama di innovazione, una piccola società di 35 dipendenti di Oakland è appena riuscita in un passaggio fondamentale richiesto ai cementi eco-friendly: garantire le stesse prestazioni di un cemento tradizionale.

Il biocemento carbon negative sviluppato dalla Brimestone ha ottenuto il via libera nel test americano di compressione ASTM C150 dimostrando all’altezza del più comune cemento Portland.

Perchè il cemento è così inquinante?

Prima di carpire i segreti dell’eco cemento di Brimestone cerchiamo di capire come mai il cemento è considerato uno dei materiali più inquinanti a livello globale. Ad incidere negativamente è il processo produttivo del materiale che implica la cottura del calcare in forni ad altissime temperature. Questo processo sciogli i minerali presenti ottenendo ossido di calcio ed anidride carbonica appunto. Il componente ottenuto diventa il “collante” indispensabile per tenere insieme gli altri elementi chiave che serviranno poi per realizzare il calcestruzzo. Alla CO2 naturalmente rilasciata dal processo chimico di cottura, va aggiunto il peso delle emissioni prodotte per raggiungere tali temperature e l’energia utilizzata.

Il segreto del cemento carbon negative di Brimestone

La start-up statunitense per abbattere le emissioni ha sperimentato un metodo differente di produzione. Invece di cuocere il calcare, l’azienda, parte da una roccia di silicato di calcio priva di carbonio, materia prima tra l’altro molto più abbondante rispetto al calcare. L’estrazione chimica dell’ossido di calcio dal silicato non rilascia anidride carbonica. Inoltre un sottoprodotto di questo processo è il magnesio che naturalmente assorbe la CO2. L’aver ottenuto il via libera da uno dei test più significativi a livello di compressione del materiale, segna un notevole passo avanti nei confronti della ricerca dei materiali alternativi che potrebbero permetterci di decarbonizzare l’industria delle costruzioni.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.