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Barcellona: come misurare il QI delle Smart Cities

Un progetto pilota partirà da Barcellona per individuare il "City Protocol", indispensabile per lo sviluppo si comunità sostenibili e Smart Cities.

(Rinnovabili.it) – Il Sindaco di Barcellona Xavier Trias ed il presidente di CISCO John Chambers, hanno da pochi giorni annunciato un accordo di collaborazione per lanciare una serie di iniziative strategiche, volte a trasformare il concetto di modello urbano sostenibile, ponendo al centro dell’analisi la città di Barcellona.

Il progetto è nato dall’esigenza di definire una volta per tutte, quali sono i parametri e quali i mezzi a nostra disposizione, per definire una città con l’appellativo di “Smart Cities”, individuando sostanzialmente il quoziente d’intelligenza delle “Città intelligenti”.

L’operazione partirà con la creazione di un nuovo City Protocol, seguendo lo schema già sperimentato dal MIT (Massachusetts Institute of Technology), che servirà per definire e misurare l’efficacia e la qualità dei progetti urbani, promuovendo lo sviluppo sostenibile e la green tecnology.

Il secondo passo sarà quello di realizzare il nuovo quartiere tecnologico per la città spagnola, il Barcelona Institute of Technology for the Habitat (BIT for the Habitat), di cui per altro la società CISCO è sponsor, che avrà il compito di collaborare con partner pubblici e privati per intervenire concretamente sul tessuto cittadino, sperimentando soluzioni alternative esclusivamente indirizzate alla sostenibilità.

“L’obiettivo – afferma il sindaco Xavier Trias – è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre il costo delle operazioni del governo, mentre nello stesso tempo rivitalizziamo la nostra intera comunità attraverso la crescita economica a lungo termine, possibile solo grazie all’innovazione tecnologica ed allo sviluppo dell’imprenditorialità”.

L’intero progetto potrà fare totale affidamento sulla tecnologia già disposizione della Cisco, servendosi in particolare della piattaforma “Smart + Connected Communities”, per testare e successivamente esportare 7 pilastri chiave individuati dal City Protocol ed indispensabili per una Smart City:

  • Pay per Light, trasformare l’attuale sistema in uso per l’illuminazione cittadina, pagando a seconda dei lumen anzichè secondo un numero fisso per le infrastrutture stradali;
  • Quartieri autosufficienti energeticamente, mappando completamente i consumi di energia nelle varie zone della città, per distribuire equamente le risorse a disposizione;
  • Monitorare in tempo reale, i consumi energetici di 2.000 edifici pubblici di Barcellona;
  • Migliorare l’utilizzo dei sistemi di raccolta dell’acqua piovana e dell’acqua freatica, per trasformarla riutilizzandola successivamente;
  • Potenziare la mobilità sostenibile pubblica attraverso autobus “intelligenti”, mappati istantaneamente all’interno della rete;
  • Migliorare le prestazioni dei parcheggi cittadini e dei parcheggi di interscambio, fornendo in tempo reale uno svariato numero di informazioni;
  • Promuovere l’interazione sociale, anche attraverso la piattaforma multimediale.

Se lo scorso anno i leader di Barcellona hanno presentato la loro Visione della città per il 2020, con questo ultimo passaggio vengono fissate le tappe da percorrere per rendere la metropoli catalana “un modello di riferimento globale per lo sviluppo urbano sostenibile e il motore economico per il Sud Europa”.