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Soft House: il futuro dell’architettura secondo il MIT

Soft House, Amburgo - credit MIT Sheila Kennedy

 

(Rinnovabili.it) – Fino a settembre Amburgo si trasformerà nella capitale europea dell’architettura sostenibile del 21° secolo, anticipando le tendenze delle smart city del futuro, per trovare una risposta innovativa ai problemi più urgenti dell’abitare urbano contemporaneo.

L’occasione è l‘International Building Exhibition (IBA), un evento con oltre un secolo di storia, nato nel 1901 come risposta alla produzione massiccia di alloggi, nei quali la quantità contava certamente di più della qualità. Oggi più che mai, il desiderio di innovazione green dell’IBA, si trasforma in un mezzo per mettere a confronto le innumerevoli potenzialità del settore delle costruzioni, elemento cardine per la buona riuscita dell’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni.

 

 

Centinaia sono le costruzioni sorte in poche settimane tra le strade di Amburgo, progetti dedicati all’abitare collettivo, alla socialità dei progetti, al potenziamento della rete del trasporto pubblico ed alla promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. La paternità dei progetti è internazionale, architetti, paesaggisti, urbanisti, ingegneri si sono dati appuntamento ad Amburgo per mettere in atto le più svariate soluzioni architettoniche, concretamente legate alla realtà e, soprattutto, esportabili in qualunque altro contesto.

 

 

Soft House, la proposta del MIT


 

Tra i protagonisti indiscussi dell’IBA, troviamo un team pluripremiato proveniente da oltreoceano, nientemeno che dal Massachussets  Institute of Technology (MIT), autori della “Soft House”.

“Un’architettura adatta a rispondere ai continui cambiamenti del nostro tempo”, sottolinea l’architetto Sheila Kennedy docente del MIT e team leader dello studio KVA Matx, dove le infrastrutture energetiche non sono fini a se stesse, ma piuttosto interpretate come un mezzo per creare edifici innovativi dove le tecnologie sono protagoniste.

 

Inserita nella comunità di Wilhelmsburg Island, sulle sponde del fiume Elbe, la Soft House rispetta tutte le caratteristiche illustrate da  Sheila Kennedy:

 

 

Ad ogni ora del giorno e ad ogni stagione, l’architettura si trasforma grazie a giochi di luci e ombre sempre differenti. La Soft House è la chiara dimostrazione di come la tecnologia energetica, generalmente interpretata come elemento aggiuntivo all’architettura, possa trasformarsi in un complemento di design che contribuisce all’efficienza energetica delle costruzioni a basso consumo.

 

“Abbiamo bisogno di raggiungere la massima creatività e la flessibilità per scoprie fin dove ci possono portare i nuovi materiali”, afferma la Kennedy . “Le applicazioni più interessanti per i nuovi materiali sono quelle che lavorano a differenti livelli, una volta raggiunto questo obiettivo, saremo in grado di inserirci nel mercato, rivoluzionando l’architettura sostenibile”.

 

Soft House credit MIT Sheila Kennedy
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