La Renovation Waves dell’EPBD punta a rinnovare 35 mln di edifici europei entro il 2030. Ma ogni anno solo l’1% degli edifici sono sottoposti a ristrutturazione
(Rinnovabili.it) – Se vuoi vendere o comprare casa, non puoi esimerti dal presentare un Attestato di Prestazione Energetica APE o EPC se vogliamo usare l’acronimo internazionale (Energy Performance Certificate). In teoria questo documento attesta la qualità costruttiva in termini energetici dell’immobile, un elemento al centro dell’interesse collettivo con le novità introdotte dalla Direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli edifici EPBD.
Ma quanto serve davvero l’APE che oggi conosciamo? Un valore basso ed il posizionamento in una Classe energivora comporta un aumento del numero di ristrutturazioni? Secondo gli autori del progetto TIMEPAC la risposta è No. O almeno non l’attestato che tutti noi abbiamo imparato a conoscere.
I difetti dell’APE
Il progetto finanziato dal programma Horizon 2020 sottolinea diverse carenze nel certificato odierno. Le informazioni contenute non sono sufficienti a valutare realmente le prestazioni energetiche dell’edificio. Non raccontano il potenziale di installazione di energia rinnovabile dell’edificio. Non parla del contesto nel quale l’immobile si inserisce. Citando le parole del responsabile del progetto, il prof. Leandro Madrazo dell’Università Ramon Llull, “l’APE è oggi solo un mero requisito amministrativo”. Insomma un’etichetta al pari delle certificazioni energetiche degli elettrodomestici. Ma l’edificio non può più essere visto come un elemento isolato, ma come parte di un sistema interconnesso.
Un nuovo EPC dinamico
La revisione dell’Attestato di Prestazione Energetica in elaborazione attraverso il progetto TIMEPAC (Towards Innovative Methods for Energy Performance Assessment and Certification of Buildings) sarà una soluzione dinamica. Un documento che dovrà spingere i proprietari ad intervenire con ristrutturazioni profonde. Un pannello informativo che deve contenere il consumo reale dell’edificio (e non quello stimato), e le sue evoluzioni nel tempo, il livello di comfort interno, le prestazioni dei materiali da costruzione utilizzati, l’efficienza dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento. In questo modo il team spera di fornire ai proprietari gli strumenti per valutare il reale consumo del proprio edificio ed il beneficio (termico ed economico) che potrei ottenere intervenendo con una riqualificazione.
Leggi anche Direttiva Case Green, Abi: “A rischio il valore di mercato delle case più energivore”
“Le persone dovrebbero prendere coscienza che, se ristrutturano un edificio, possono ottenere una riduzione significativa delle spese per il riscaldamento e l’aria condizionata” spiega il prof. Vincenzo Corrado del Politecnico di Torino, partner italiano del progetto.
Non è solo una questione di soldi
A spingerci verso un efficientamento dei nostri edifici, migliorando l’isolamento termico ed utilizzando sempre più energia rinnovabile, sono anche gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti. Un APE dinamico dovrebbe anche rapportarsi alla resilienza climatica in base al luogo nel quale ci troviamo a costruire.
Il primo passo nel programma TIMEPAC ha incluso dati più affidabili ed una correlazione con il contesto. Il sistema considera gli immobili come “prosumer” ovvero sia consumatori che produttori di energia, dunque ci sarà una connessione continua tra edificio e contesto in termini di scambio energetico e di conseguenza di informazioni. Inoltre gli Attestati conterranno un passaporto per la ristrutturazione degli edifici, ovvero un piano di miglioramento dell’edificio nel tempo al fine di raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei.
Sei progetti pilota sono al momento in fase di sviluppo in Austria, Croazia, Cipro, Italia, Slovenia e Spagna. Per ogni scenario, sarà dimostrato fino a che punto le procedure avanzate contribuiscono a migliorare l’affidabilità, l’efficacia, la facilità d’uso, l’efficacia in termini di costi.