(Rinnovabili.it) – La progettazione edilizia energeticamente efficiente in campo aziendale sembra ancora lontana per l’Italia. Questo quanto affermato nell’analisi dell’IFMA – International Facility Management Association – che verrà presentata nell’ambito di Ambiente Integrato, in contemporanea con l’evento Clima Expo Roma. La situazione del Bel Paese appare dunque ancora molto lontana dai traguardi auspicabili in vista del 2020 e già ampiamente confermati da altri progetti internazionali. Tra le aziende intervistate nell’abito dell’analisi Ifma, sebbene il 90% sostiene di aver effettuato un intervento di riqualificazione energetica su almeno una delle sue strutture, solo il 17% delle aziende possiede un edificio certificato. Drammatica anche la percentuale di coloro che hanno richiesto un finanziamenti per intervenire sulla trasformazione energetica delle strutture (35%) ed ancora più bassa (30%) la percentuale di coloro che possiedono ed utilizzano quotidianamente un modello per l’analisi energetica dei consumi. La colpa principale, secondo le aziende intervistate, va al periodo di incertezza economica, che non favorisce interventi di modifica strutturale anche se di piccole dimensioni, come quelli riguardanti i sistemi di illuminazione, scelte che obiettivamente vanno a discapito del miglioramenti della qualità del vivere in ufficio. Poche dunque le aziende che decidono di abbassare le spese di gestione e quelle destinante all’energia, sfruttando le abbondanti superfici di copertura per installare impianti fotovoltaici o dotando l’involucro edilizio di un cappotto termico, preferendo invece promuovere una maggiore attenzione tra i dipendenti verso tutti i piccoli accorgimenti per la riduzione dei consumi.
Forti differenze tra azienda ad azienda anche a seconda del settore di appartenenza, dove le imprese legate alla telecomunicazione risultano le più attente all’ambiente di lavoro, creando una corrispondenza tra l’organizzazione dello spazio fisico e le reali necessità di chi lo occupa; a differenza del settore bancario ed assicurativo, dove quest’approccio è ancora poco diffuso. Purtroppo, secondo l’analisi Ifma, nella maggioranza delle aziende tradizionali lo spazio di lavoro non è assoggettata ad un valore pratico, ma risulta ancora legato a valutazioni di natura esclusivamente gerarchica.