I fondi stanziati per il Superbonus sono terminati e le banche hanno esaurito la compensazione dei crediti
(Rinnovabili.it) – Come era prevedibile l’allarme Superbonus lanciato nel weekend ha spinto operatori del settore e deputati di maggioranza a fare pressione sul Governo per risolvere il prima possibile questa grave situazione.
Il problema principale restano i 5 miliardi di crediti bloccati nel meccanismo di cessione che vedono le imprese con cassetti fiscali pieni di crediti e sconti in fattura, ma senza nessuno a qui ricederli.
La strada più immediata è quella di introdurre qualche emendamento al procedimento di conversione in Legge del DL Aiuti che a breve dovrebbe arrivare sul tavolo delle commissioni.
Così hanno fatto i partiti di maggioranza (M5S, PD, Leu, Forza Italia, Coraggio Italia, ma senza Iv e Lega) che hanno presentato un emendamento firmato da 53 deputati.
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Le modifiche immaginate prevedono di prolungare la validità dei crediti bloccati, di aprire le cessioni anche ai privati con partita Iva ma bilancio superiore i 50 mila euro e permettere alle banche di convertire i crediti in Btp (Buoni Poliennali del Tesoro) decennali. Inoltre il testo dell’emendamento torna sul tema delle “villette” unifamiliari chiedendo una ulteriore proroga, immaginando di allungare i tempi anche per il 110% sulle case popolari spostando la scadenza dal 2023 al 2025.
Sicuramente l’esecutivo non potrà ignorare i problemi sorti negli ultimi giorni, tuttavia è chiaro che i fondi stanziati per i Bonus edilizi sono ormai finiti ed uno scostamento di bilancio non è contemplato.
Tra le proposte papabili per spegnere l’allarme Superbonus, la più probabile è sicuramente l’estensione della validità dei crediti. Nella speranza che il mercato si riapra una volta convertito in legge il DL Aiuti, ovvero dopo che sarà aperto il mercato delle cessioni ai clienti professionali privati. Meno facile da attuare è invece la conversione dei crediti fiscali in Buoni Poliennali del Tesoro con scadenze decennali.
“Il Governo convochi subito un tavolo di confronto”
E intanto Ance e CNAPPC chiedono al Governo di attivare subito un tavolo di confronto con gli operatori del settore per porre un freno a questa situazione destinata a portare migliaia di imprese al fallimento. Nella sua prima intervista al Sole24Ore, la neo-presidente di Ance, Federica Brancaccio chiede un “exit strategy” dall’allarme Superbonus. I continui cambiamenti legati al superbonus stanno di fatto tagliando fuori dal meccanismo i condomini e le villette dei “meno ricchi” esattamente il contrario di quello che si voleva fare, riqualificando le periferie. Per la Brancaccio serve una “rimodulazione sostenibile dei bonus edilizi e la conferma dell’obbligo di qualificazione”. Ma serve anche “una politica industriale a medio e lungo periodo per il settore delle costruzioni” puntando al risparmio energetico ed alla rigenerazione urbana.
Le stesse preoccupazioni animano anche il CNAPPC che chiede di estendere la possibilità di acquisto dalle banche già in possesso di crediti. “Questa misura consentirebbe sicuramente lo sblocco dell’attuale situazione e metterebbe in condizione i tecnici liberi professionisti e le imprese di superare l’attuale difficile crisi”. “Chi acquista un credito, già valutato da banche attraverso i loro advisor, non può avere alcuna responsabilità”, evitando quindi che il meccanismo si blocchi.