Tra le novità per migliorare le prestazione energetica edifici, il passaporto della ristrutturazione e l’aggiornamento APE
(Rinnovabili.it) – Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha approvato la proposta della Commissione Europea di aggiornare la Direttiva sulla Prestazione Energetica degli edifici.
La revisione permetterà di raccogliere le sfide fondamentali degli ultimi anni fornendo strumenti validi contro la povertà energetica. Inoltre consentirà di rimediare al sottoinvestimento strutturale a lungo termine del settore dell’edilizia, investendo prima di tutto sulla riqualificazione degli edifici inefficienti introducendo il “passaporto di ristrutturazione”. Le nuove disposizioni introdurranno norme minime di prestazione energetica degli edifici a livello Europeo e nuovi requisiti per gli attestati di prestazione.
Lo scorso dicembre 2021 infatti, la Commissione si era espressa favorevolmente sull’idea di revisione dell’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD). Un intervento ormai necessario per adeguare il quadro normativo all’obiettivo del Green Deal europeo della decarbonizzazione entro il 2050. Di fatto l’EPBD da seguito alla strategia del Renovation Wave, ondata di ristrutturazioni, che vuole raddoppiare il tasso annuo di ristrutturazione energetica degli edifici entro il 2030.
Ma non solo. Aggiornare la direttiva significa anche migliorare la qualità del sostegno sociale, in un momento storico caratterizzato da prezzi in aumento e profonde disparità.
Una strategia contro la povertà energetica
Ovviamente la pandemia, guerra in Ucraina e l’impennata dei prezzi dei materiali ed energetici hanno fatto traballare ogni equilibrio. Le prospettive sono tutt’altro che rosee.
Per poter combattere la povertà economica è essenziale quindi migliorare la prestazione energetica degli edifici.
Basti pensare che nel 2018 il 6,8% degli abitanti dell’Ue, circa 30,3 milioni, non è stato in grado di pagare le bollette. E gli ultimi sviluppi non hanno fatto altro che peggiorare la situazione.
La soluzione? Misure concrete a livello europeo a lungo termine per garantire a tutti un alloggio, sicuro, dignitoso ed economicamente accessibile. Staccarsi dalle combustibili fossili per il riscaldamento ed il raffrescamento. Fonte energetica destinata solo a diventare più costosa con l’aumento dei prezzi delle quote del sistema di scambio di emissione dell’UE (ETS).
Le tre azioni per migliorare l’efficienza energetica del comparto edile
Secondo il CESE sono tre le azioni mirate su cui dovrà investire in primis la direttiva.
- Introdurre norme minime di prestazione energetica, soprattutto per gli edifici residenziali più energivori. Agli Stati Membri il compito di decidere poi a livello nazionale il da farsi sul resto del patrimonio edilizio.
- Rafforzamento dei requisiti sugli APE (Attestati di prestazione Energetica). Passare ad un formato digitale, aumentare i dettagli contenuti e rendere più precisi ed uniformi i metodi di calcolo.
- Creare un “passaporto della ristrutturazione” degli edifici entro il 2024. In questo modo i consumatori potranno accedere facilmente alle informazioni ed ottenere prezzi più bassi al momento di pianificare la ristrutturazione. Per il momento tuttavia, la Direttiva non prevede l’obbligo di dotarsi del passaporto.
“Il CESE accoglie con grande favore l’approccio dell’UE”, ha commentato il relatore Mordechaj Martin Salamon in merito all’adozione del documento. “In quanto promuove la ristrutturazione soprattutto degli edifici più inefficienti dal punto di vista energetico e avvia l’Unione europea sulla strada di un riscaldamento e un raffrescamento decarbonizzati: le misure adottate a livello dell’UE sono più efficienti nell’accelerare la necessaria transizione”.
L’obiettivo è dunque promuovere la ristrutturazione degli edifici aumentando il numero dei progetti e la profondità delle ristrutturazioni. Con il risultato di ottenere un parco immobiliare ad alta efficienza energetica e decarbonizzato entro il 2050. Il tutto grazie a finanziamenti più accessibili e abbordabili nell’ambito dei piani per la ripresa e la resilienza, utilizzando i 750 miliardi di EUR di fondi del pacchetto per la ripresa.