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Addio caldaie a gas entro il 2029: per Ong e ambientalisti è comunque tardi

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Foto di Robert Linder su Unsplash

L’80% del consumo energetico domestico in Europa oggi proviene dal riscaldamento degli ambienti e dell’acqua

(Rinnovabili.it) – La Commissione Europea non si ferma e prosegue verso l’addio alle caldaie a gas a partire dal 2029. In realtà lo stop andrà a coinvolgere tutti gli impianti per il riscaldamento con una soglia di efficienza energetica inferiore al 115%, un limite entro il quale potrebbero ricadere anche le caldaie ibride secondo quanto ipotizzato dalle associazioni del comparto impianti. Se da un lato il regolamento Ecolabel e Ecodesign n. 813/2013 entra parzialmente in contraddizione con le novità introdotte per il prossimo futuro dalla Direttiva Europea Case Green, dall’altro raccoglie il consenso di molte ong ed associazioni ambientaliste che da tempo vorrebbero la messa al bando degli impianti alimentati a combustibili fossili.

Lo scorso 27 aprile si è svolto il Consultation Forum sulla revisione del Regolamento Ecodesign mettendo in luce le prime divisioni tra i Paesi membri che avranno però altre 8 settimane per esporre le proprie critiche in merito al testo.

Stop alle caldaie a combustibili fossili già dal 2025

Tra i favorevoli alla revisione ci sono le organizzazioni non governative di Ecos (Environmental coalition on standards), l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB) e le associazioni dei produttori di pompe di calore (European heath pump association). Ecos e Eeb con la campagna Coolproducts da tempo chiedono la messa al bando degli impianti per il riscaldamento meno efficienti, considerando l’addio alle caldaie a gas come l’unica strada possibile per “raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”. A discriminare gli impianti vendibili da quelli pronti al fermo sarà la soglia di efficienza.

Aumentando la soglia di efficienza energetica degli apparecchi di riscaldamento al 115%, l’Europa potrebbe porre fine alla vendita di nuove caldaie a combustibile fossile “autonome”, in quanto queste non sarebbero più conformi ai nuovi requisiti di efficienza energetica”, commentano i portavoce di Ecos. “Le imminenti norme sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichetta energetica non possono continuare a consentire l’installazione di un’altra generazione di caldaie a gas nell’UE, perpetuando la nostra dipendenza dal gas russo e da altre potenze straniere per i decenni a venire. Tecnologie efficienti e rinnovabili sono l’unica strada economicamente e ambientalmente valida”, aggiunge Davide Sabbadin, Deputy Policy Manager for Climate – European Environmental Bureau (EEB).

Tuttavia per le due organizzazioni non governative europee, l’addio alle caldaie a gas entro il 2029 è comunque troppo lontano nel tempo. “Affinché l’Europa raggiunga la neutralità climatica entro il 2050, le caldaie a combustibili fossili dovrebbero cessare di essere installate il più vicino possibile al 2025”, sottolineano le due ong. “Aspettare fino al 2029 significa perdere tempo prezioso per garantire un futuro carbon neutral all’Europa”.

Ridurre i consumi energetici e la dipendenza dal gas russo

La revisione del Regolamento Ecodesign prosegue la strada imboccata dalla Commissione Ue con il piano REPowerEu. Secondo gli esperti della campagna Coolproducts, l’80% del consumo energetico domestico in Europa oggi proviene dal riscaldamento degli ambienti e dall’acqua. Se entro il 2025 venissero eliminati dal mercato nuovi riscaldamenti a gas o olio con potenza nominale fino ai 400 kW, l’Ue beneficerebbe di una riduzione annuale delle emissioni di 110 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2050. Sbloccando inoltre una massiccia riduzione del gas per l’Europa.

Non tutti i Paesi Membri si sono espressi in merito alla revisione del regolamento Ecolabel e Ecodesign. Tra i contrari per il momento c’è l’Italia, Slovacchia, Romania, Croazia, Repubblica Ceca e alcune associazioni di costruttori e di produttori europee come European builders confederation, European heating industry, Marcogaz, Eurogas, Eurofuel.

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