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In 16 anni abbattuto il 32,9% degli abusi edilizi. Male il Sud, ultima la Puglia

abusi edilizi
Foto di Photomat da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – In Italia dal 2004 al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza di demolizione. Nel Sud Italia il fenomeno è più grave e diffuso ma qui le ruspe sono rimaste quasi ferme e al Nord hanno lavorato. A dirlo il nuovo rapporto di Legambiente ‘Abbatti l’abuso’ relativo alle mancate demolizioni edilizie nei Comuni italiani (hanno risposto in modo completo 1.819 Comuni su 7.909), da cui emerge che “in Italia l’abusivismo e il cemento illegale sono ancora una piaga da sanare”.

“Procedere con gli abbattimenti – spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è il miglior deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi”. Con questo spirito l’associazione rivolge un appello alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e al Parlamento “per risolvere il pasticcio generato con l’ultima circolare inviata alle prefetture che azzera l’efficacia delle nuove norme sulle demolizioni non eseguite dai Comuni”.

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Ultima in classifica è la Puglia insieme con Campania, Sicilia e Calabria: su 14.485 ordinanze di demolizione ne sono state eseguite appena 2.517, pari al 17,4%; a parte la Basilicata con un 26% delle ordinanze di demolizioni eseguite, la Puglia si piazza in fondo con un 4% di demolizioni, preceduta da Calabria (11,2%), Campania (19,6%), Sicilia (20,9%), e Lazio (22,6%).

Vanno meglio invece Veneto e Friuli Venezia Giulia che, nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, superano entrambe il 60%; segue la Valle d’Aosta (56,3%), la Provincia autonoma di Bolzano (47%), la Lombardia (44,2%). Poi ci sono Piemonte, Liguria e Toscana che dichiarano di aver demolito almeno il 40% degli immobili o degli interventi abusivi colpiti da ordinanza di abbattimento. A livello provinciale per quanto riguarda le demolizioni la migliore è Pordenone con il 94,8% delle ordinanze eseguite. Vanno bene anche i Comuni delle province di Biella (92,3%), Rovigo (91,1%) e Belluno (89,7%). Male le province di Nuoro, Foggia, e Catanzaro.

Quanto a trasparenza della pubblica amministrazione, si distingue la Provincia autonoma di Bolzano, dove il 55,2% dei Comuni ha fornito i dati richiesti. Seguono Valle d’Aosta (40,5%), Emilia Romagna (36,6%) e Friuli Venezia Giulia (34,4%). Sopra il 25% l’Umbria, il Veneto, la Toscana, il Piemonte, la Lombardia e la Liguria. Sotto tutte le altre regioni. Maglia nera alla Calabria, dove rispondono solo 15 Comuni su 404 (il 3,7%). 

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“Procedere con gli abbattimenti – continua Ciafani – è il migliore deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi edilizi. Il quadro che emerge conferma la necessità, non più procrastinabile, di avocare allo Stato il compito di riportare la legalità dove le amministrazioni locali non sono riuscite a farlo per decenni”.

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