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9/11 Ground Zero: il passato racchiuso nel futuro

Oggi è l’11 settembre 2012, undici anni dopo il terribile attentato che colpì il cuore della città di New York. Dopo le iniziali esitazioni sulle modalità da scegliere per ricostruire il sito, nell’agosto del 2002 la Lower Manhattan Development Corporation (LMDC) su richiesta dei cittadini stessi, avviò il concorso per la progettazione del masterplan di “Ground Zero“, lanciando così un forte messaggio internazionale.

Tra i numerosi partecipanti la Giuria selezionò lo studi dell’architetto Daniel Libeskind per redigere il maxi progetto di ricostruzione, che da li a pochi anni avrebbe visto la costruzione di 5 nuovi grattacieli simbolo, di un Memoriale e Museo dedicato alle vittime dell’attentato, un nuovo Hub intermodale per i collegamenti e la mobilità, un’area commerciale, una chiesa ortodossa ed una serie di spazi verdi.

Grandi nomi dell’architettura e della pianificazione internazionale sono stati selezionati per prendere parte alla progettazione del masterplan: Michael Arad e Peter Walker (The Memorial), Snøhetta (padiglione di ingresso del Museo), Davis Brody Bond (Museo), Skidmore, Owings & Merrill (One World Trade Center o Freedom Tower), Foster and Partners (2 WTC), Richard Rogers Partnership (3 WTC) Maki and Associates (4 WTC), Kohn Pederson Fox (5 WTC) e Santiago Calatrava (Trasporto Hub).

Ground Zero vuol essere inoltre anche un simbolo di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, adottando per tutte le strutture, dagli edifici alle aree verdi, criteri di efficienza energetica ed innovazione tecnologica, riducendo al minimo sprechi e consumi e massimizzando sicurezza e prestazioni. Le celebrazioni per il primato raggiunto a maggio di quest’anno dalla Freedom Tower di SOM, dopo aver superato in altezza tutti gli edifici dell’Emisfero Occidentale, sono state l’occasione giusta per ribadire questi concetti, richiamando l’attenzione sulle numerose soluzioni tecnologiche green adottate per le costruzioni e presto riconosciute anche secondo la certificazione LEED.

The Memorial

Peter Walker and Partners e Michael Arad – Lo scorso anno, in occasione del decimo anniversario del terribile attentato dell’11 settembre, venne inaugurato “The Memorial – Reflecting Absence” l’area dedicata al ricordo della tragedia, simbolo della rinascita di una città distrutta dagli eventi. All’interno dei 16 acri (65.000 mq) prima occupati dalla World Trade center, sorgono oggi due grandi vasche d’acqua che ricalcano le superfici delle Torri e sono attraversate rispettivamente da due delle cascate d’acqua artificiali più grandi del Paese. I quasi 3.000 nomi delle vittime degli attentati avvenuti nel Paese dal 26 febbraio 1993, e l’11 settembre 2001, sono incisi nei parapetti delle due piscine, collocate all’interno di una delle piazze più eco-friendly mai costruite, nell’intento di sottolineare il messaggio del Memorial anche attraverso il rispetto per l’ambiente. Più di 400 alberi sono stati piantati nella piazza, tutti provenienti all’intero di un raggio massimo di 500 miglia (800 metri) dal sito per minimizzare l’impatto ambientale, un piccolo bosco riconosciuto con il nome di “Memorial Glade”, dove sia il sistema di irrigazione che l’alimentazione delle due piscine avviene grazie alla recupero delle acque piovane, stoccate in un bacino sotterraneo posto sotto la piazza.

La scelta dei materiali, la forte presenza del verde, i dettagli costruttivi ed i sistemi per il risparmio di acqua ed energia, hanno permesso al progetto di candidarsi per la certificazione LEED Gold del GBC, proseguendo la forte scelta di sostenibilità ed efficienza, intrapresa per l’intero sito di Ground Zero.

Museo 9/11

Davis Brody Bond Architecta – L’inaugurazione sarebbe dovuta avvenire oggi, con l’anniversario dell’11 settembre, ma la costruzione del museo di Ground Zero è stata interrotta circa un anno fa a causa di una serie di polemiche ed incomprensioni economiche.

Oggi è stato finalmente siglato l’accordo che permetterà il completamento della struttura dedicata alle vittime degli attentati, progettata dall’architetto Davis Brody Bond e in attesa di ricevere la certificazione LEED Gold.

I 43.000 mq del Museo sono collocati esattamente al di sotto del Memorial Plaza ed accoglieranno le testimonianze in ricordo delle vittime degli eventi dell’11 settembre, esponendo anche una parte del famoso “slurry wall”, un pezzo della struttura delle Torri Gemelle sopravvissuta all’attentato.

Padiglione d’ingresso al Museo 9/11

Snøhetta – Prima di entrare al Museo collocato sotto la piazza, si accede al padiglione d’ingresso, progettato dallo studio Snøhetta dove acciaio, vetro ed una particolare trama grigliata utilizzata per la facciata, permettono di intravedere l’interno del padiglione e mettendo in evidenza le due grandi colonne d’acciaio sopravvissute all’evento e soprannominate “last columns”.

Transportation Hub

Santiago Calatrava – All’interno di Ground Zero troverà posto anche il grande Hub intermodale dei trasporti progettato dall’architetto Santiago Calatrava. Una volta completata la struttura permetterà di incrementare ulteriormente i già numerosi servizi di trasporto offerti dalla metropoli. Dal punto di vista strutturale anche questo edificio dovrà rispettare canoni di efficienza energetica e sostenibilità ambientale, come avverrà con la grande copertura tipicamente riconducibile all’architetto Calatrava, che servirà ad ottimizzare al massimo il passaggio della luce naturale aprendo un grande lucernario all’interno della nuova stazione. Progettato ricordando una simbolica colomba bianca, il nuovo hub sarà in grado di accogliere 250.000 passeggeri ogni giorno.

Le nuove Torri

Guidate prima di tutto dalla Freedom Tower di SOM, le cinque torri che comporranno il nuovo WTC trasformeranno completamente lo skyline di New York, ridisegnandolo in altezza ed in funzionalità. La parola d’ordine del progetto sarà efficienza ed innovazione, nel rispetto dei più elevati criteri di sicurezza e secondo gli standard di efficienza della certificazione LEED Gold, per ridurre gli sprechi ed ottimizzare le risorse. Recupero dell’acqua piovana, ventilazione naturale, pareti a doppia pelle, materiali di riciclo, energia pulita e rinnovabile, efficienza energetica e tecnologia impiantistica innovativa saranno tutti gli elementi che comporranno il futuro Ground Zero, attribuendo grande importanza anche alla valorizzazione delle aree verdi.

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