Rinnovabili

Detrazione 55%: 2mila GWh risparmiati nel 2010

La legge 27 dicembre 2006 n. 296 e le sue successive modificazioni ed integrazioni ai commi 344, 345, 346 e 347 dell’art. 1 ha disposto la possibilità di ottenere detrazioni fiscali del 55% della spesa sostenuta per la realizzazione di interventi di risparmio energetico nel patrimonio immobiliare nazionale esistente.

Come ormai noto, l’agevolazione consiste in una detrazione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) ovvero dall’imposta sul reddito delle società (IRES) in ragione delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica entro il 31 dicembre 2010 ed effettivamente rimaste a carico del contribuente. La detrazione è fissata in base alla tipologia di intervento eseguito entro limiti massimi variabili da 30.000 € e 100.000 €.

Sotto il profilo della diffusione numerica sul territorio nazionale, già dal primo anno di attivazione di questo sistema di incentivi si è rilevato un enorme successo. Tale successo si è progressivamente ampliato nel tempo, tanto che, a ulteriore conferma degli ottimi risultati ottenuti, le proiezioni oggi disponibili lasciano supporre che al 2012 (ossia la data presunta di chiusura del meccanismo fiscale sin qui attivato) sarà possibile ipotizzare un valore complessivo di risparmio energetico prodotto dal “cosiddetto 55%” superiore a 9.000 GWh/anno. A questo dato corrisponderà un beneficio ambientale in termini di CO2 non emessa in atmosfera pari a oltre 2.000 kt/anno.

Ciò premesso, dalla recente pubblicazione dell’ENEA sull’analisi di dettaglio riguardante l’anno fiscale 2010 si evince quanto segue:

Se è giusto evidenziare da subito la grande diffusione del “meccanismo del 55%” come primo elemento degno di nota, è altrettanto corretto far riferimento anche alle grandi differenze rilevate tra quanto dichiarato nelle 20 regioni italiane per ciò che concerne sia il numero di richieste inviate sia il risparmio energetico ottenuto in energia primaria (GWh/anno) sia il valore aggregato degli investimenti globalmente effettuati (M €). In questo senso, la parola disomogeneità rappresenta certamente una costante nella lettura comparata dei dati regionali.

Un elemento degno di nota la conferma della quota di mercato della Regione Lombardia così come è certamente da evidenziare anche la diffusione degli interventi nelle Regioni Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Di contro, ed in linea con quanto avvenuto nel recente passato, gli effetti sulle regioni meridionali, poco popolose e caratterizzate da una minore vivacità delle economie locali, può di fatto considerarsi marginale. Analogamente, gli effetti ottenuti in termini di risparmio energetico in energia primaria evidenziano come oltre il 70% del valore di energia primaria risparmiata  si possa considerare associato al sistema delle Detrazioni del 55% risulta concentrato in sole quattro regioni (in ordine: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna).

Da un’analisi quantitativa, risulta chiaro che:

In ottica specifica di risparmio energetico, le prime valutazioni tecniche sono le seguenti:

 

Analisi dei valori medi di risparmio energetico (kWh/anno) dichiarato nel 2010 per tipologia di intervento. (FONTE: Mario Nocera, “Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente nel 2010”, Edizioni ENEA, 2012, ISBN: 978-88-8286-263-3)

Entrando invece in merito a quali siano state le oscillazioni del costo effettivo del risparmio energetico prodotto a seguito degli interventi effettuati sul territorio nazionale, relativamente al periodo di osservazione 2007-2010 sono elementi da evidenziare:

Andamento del valore di costo medio per tipologia di intervento effettuato nel periodo 2007-2010. Valori espressi in €/KWh (FONTE: Mario Nocera, “Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente nel 2010”, Edizioni ENEA, 2012, ISBN: 978-88-8286-263-3)

Giusto, infine, evidenziare anche i limiti di un sistema che potrebbe non aver ancora espresso a pieno le sue potenzialità. In questo specifico ambito, non può non essere considerato l’anello debole dell’intero meccanismo il significativo scostamento tra il costo dell’intervento-medio e i convenzionali costi di mercato.

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