Uno studio incentrato sugli investimenti che le banche effettuano nei Balcani rivela come le fonti fossili siano ancora in cima alla lista. allontando così i paesi dalla possibilità di entrare in Europa
(Rinnovabili.it) – Mentre da un lato l’Europa ha obiettivi energetici green da rispettare dall’altro aumentano i finanziamenti dalle banche ai combustibili fossili. Nasce da questa consapevolezza l’appello del WWF che chiede maggiori investimenti nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica in Italia.
Dopo l’analisi del quadro generale il WWF ha dichiarato che gli investimenti effettuati dalle istituzioni finanziarie internazionali (IFI) nei Balcani stanno rallentando il raggiungimento degli obiettivi energetici, e compromettendo allo stesso tempo la possibilità che questi paesi ottengano le credenziali di conformità che le farebbero accedere all’Unione europea. A rivelarlo il rapporto ‘Invest in Haste, Repent at Leisure’ (Se investi frettolosamente, poi te ne penti) diffuso oggi da See Change Net , CEE Bankwatch Network e WWF.
“I paesi dei Balcani, sostenuti dalle istituzioni finanziarie internazionali, stanno andando nella direzione opposta a quella dell’Europa nel 2020, il 2030 e il 2050 circa gli obiettivi in materia di produzione di energia sostenibile. Questo è totalmente inaccettabile per le istituzioni che hanno un ruolo molto specifico nel sostenere nuovi investimenti, sostenibili per l’economia e l’ambiente, piuttosto che semplicemente investire in qualunque attività venga proposta. Le stime mostrano che è fino a 10.000 volte più conveniente risparmiare una unità di energia che generare una nuova unità. Chiediamo alla UE di adoperarsi perché questa diventi la priorità numero uno delle istituzioni finanziarie pubbliche”, ha detto Mariagrazia Midulla responsabile Clima & Energia del WWF “e quindi garantire che ogni nuova infrastruttura energetica sia pienamente sostenibile. Chiediamo anche che vi sia piena trasparenza da parte delle aziende e utilities europee sui propri progetti in quest’area, a partire da quelle italiane“.
IL RUOLO DELLE BANCHE
Pare infatti che le banche europee stiano investendo 32 volte di più nelle fonti fossili che in progetti green, fatta eccezione per l’idroelettrico. Ai combustibili fossili, secondo quanto riportato nel documento, sarebbe andato il 36% del totale degli investimenti IFI nella regione, ovvero 597,3 milioni di euro, di cui 310,1 milioni per l’idroelettrico mentre per le fonti rinnovabili appena 18,5 milioni di Euro, l’1%.
Poco anche il valore assegnato all’efficienza energetica, che dovrebbe garantire il risparmio necessario ad affrontare la quotidianità in un’area dove l’energia è scarsa e che ha ricevuto solamente il 17% degli investimenti per un valore di 288,8 mln di euro. A tal proposito il commissario per il Clima Connie Hedegaard ha dichiarato “Il supporto per l’efficienza energetica e le fonti energetiche rinnovabili è in ritardo, mentre i governi di tutto il mondo spendono centinaia di miliardi di dollari di sovvenzioni per una incipiente catastrofe “.