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WWF: l’impegno sulle soft commodities deve aumentare

WWF: l'impegno sulle soft commodities deve aumentare

 

(Rinnovabili.it) – “Per far fronte alla crescente domanda ed evitare un sovrasfruttamento delle risorse naturali, dobbiamo trovare un modo più sostenibile per estrarre e produrre soft commodities”. Per Stephen Watson, Head of  Corporate Engagement e Asia, Market Transformation Initiative di WWF, non ci sono vie di mezzo. Oggi quelle che vengono chiamate le soft commodities, ossia le materie prime deperibili derivate ​​da foreste e agricoltura, come cotone, caffè, zucchero o legna, si trovano di fronte un mercato sempre più affamato. Per rispondere alla domanda in aumento però il comparto produttivo perde di vista gli obiettivi di sostenibilità ed efficienza delle risorse, creando un diretto danno a foreste, habitat, sistemi d’acqua dolce, oceani e clima globale e mettendo a rischio la vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni locali.

 

In realtà negli ultimi tempi, le società hanno iniziato a promettere obiettivi e impegni per cambiare la realtà dei fatti, spiega il WWF Internazionale nella sua nuova ricercaSlow Road to Sustainability, ma il numero delle aziende che ha realmente intrapreso azioni significative per assicurarsi un approvvigionamento sostenibile di ‘soft commodities’ è ancora troppo basso. Il report, pubblicato alla vigilia del vertice annuale del Consumer Goods Forum, passa in rassegna le politiche e le performance dei 256 marchi dei produttori e retailer membri del Forum, il cui fatturato annuo a livello globale supera le 3,5 migliaia di miliardi di dollari americani.

Si scopre così che solo 22 aziende (il 9% di quelle analizzate) hanno assunto obiettivi quantitativi nel medio-lungo termine con lo scopo di far si che tutte o la maggior parte delle commodities necessarie per il loro business rispettino gli standard di certificazione raccomandati. Tra queste, due italiane: il gruppo cartario Sofidel, e il gruppo dolciario Ferrero.

 

Secondo il report, i dettagli di alcuni impegni aziendali restano imprecisi, evidenziando un problema più ampio, quello della trasparenza: infatti solo il 42% delle aziende pubblica informazioni relative alla sostenibilità nei bilanci annuali o report di sostenibilità.

Per far fronte alla crescente domanda ed evitare un sovrasfruttamento delle risorse naturali, dobbiamo trovare un modo più sostenibile per estrarre e produrre soft commodities. Ottenere commodities con certificazioni attendibili è il primo importante passo che le imprese devono porre in essere per implementare una strategia di approvvigionamento sostenibile, assicurando che siano state prodotte in modo responsabile e nel rispetto delle tematiche sociali” ha aggiunto Watson.

 

 

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