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Vietnam, l’infernale business degli pneumatici fuori uso

Vietnam l'infernale business degli pneumatici fuori uso(Rinnovabili.it) – Migliaia di persone del villaggio di Hoa Binh, nella provincia vietnamita di Quang Ngai, si guadagnano da vivere attraverso il riciclaggio di pneumatici fuori uso, incuranti dell’inquinamento ambientale e dei rischi per la salute.

Le gomme giacciono ovunque, abbandonate nei cortili, giardini e sui lati delle strade. Gli pneumatici usati, acquistati da ogni angolo del Paese, vengono venduti ai produttori di camion o a quelli di gomme, dove vengono trattati per diventare nuovi prodotti.

Le Tan Trung, uno degli abitanti del villaggio, racconta di avere impiegato qualche tempo per abituarsi all’odore di pneumatici vecchi. Quando ha cominciato a lavorare, ha dovuto fare i conti con difficoltà respiratorie e non riusciva a mangiare. Nguyen Van Dung, un altro residente, ha rivelato che molte persone avevano sviluppato malattie alle unghie delle mani e dei piedi dopo aver maneggiato pneumatici fuori uso per un lungo periodo di tempo.

Le autorità locali stimano che più di 1.200 persone, nel villaggio, hanno scelto questa professione. Guadagnano dai 10 ai 25 dollari per pneumatico, semplicemente acquistandoli e rivendendoli.

Vietnam l'infernale business degli pneumatici fuori uso -Tran Thi Ha Vu, vice capo del Dipartimento per la protezione ambientale del Comitato provinciale del Popolo, ha detto che la tutela dell’ambiente, della sicurezza sul lavoro e dell’igiene nel villaggio sono piuttosto scarse. La maggior parte degli operai lavorano senza indumenti protettivi e in condizioni di lavoro inferiori agli standard sanitari minimi. Il rischio di incendio esiste e non vi sono contromisure adeguate, perché la gomma è un materiale infiammabile.

Nguyen Van Ba, vicepresidente del Comitato del Popolo, ha detto che questo impiego ha creato posti di lavoro per la popolazione locale, ma il rischio di malattie che ne deriva dovrebbe essere considerato con più attenzione.

L’inalazione costante di polvere di pfu è molto dannosa per il sistema respiratorio, e può causare mal di testa, vertigini, difficoltà e paralisi respiratorie. Il problema è che si tratta di cosiddette “imprese domestiche”, cioè punti di stoccaggio e prima lavorazione molto “caserecci”. Il Comitato, per limitarne l’impatto sul resto della comunità, sta pensando di spostare queste “imprese” fuori del Paese, riducendo l’inquinamento ambientale e i rischi per la salute di altre persone della zona.

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