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Valparaiso rinasce con la bioarchitettura

Un progetto partecipato condotto da un gruppo di giovani architetti restituisce una casa a 3000 famiglie

Valparaiso rinasce con la bioarchitettura-300(Rinnovabili.it) – Come l’araba fenice, Valparaiso risorge grazie ad un progetto di bioarchitettura partecipata. Tutto merito di un gruppo di giovani architetti, che si è recato nella città cilena per dare avvio alla ricostruzione di migliaia di case, a seguito del devastante incendio che ha gettato in strada oltre 3000 famiglie.

Il piano, denominato Minga Valpo, è basato sull’efficienza energetica, i materiali riciclati ed ha un occhio di riguardo per l’inserimento armonico dei nuovi edifici nel contesto topografico di Valparaiso. Il programma però è andato oltre la sostenibilità energetica e l’attenzione all’ambiente, fregiandosi anche di un risvolto sociale. Infatti il team di architetti ha anche coinvolto molti volontari, già esperti di costruzioni, in workshop per le famiglie colpite dalla catastrofe. Che così hanno potuto prendere parte alla ricostruzione delle proprie abitazioni. La filosofia dietro al progetto, infatti, sottende il tentativo di rivitalizzare la tradizione di costruire da sé gli spazi in cui si deve a vivere. I materiali adoperati sono tutti naturali: legno, pallet, balle di paglia, argilla, bottiglie, bicchieri, barattoli, bicchieri e piatti di zinco. Le nuove case degli adoperano tecniche di conservazione dell’energia solare e nella loro costruzione si tiene in particolare conto l’isolamento termico. Il modello proposto si compone di uno scheletro in legno di pino: le assi, distanti fra loro, vengono riempite con paglia compressa, che garantisce un ottimo isolamento termico. Poi, invece dell’intonaco, si stende uno spesso strato di fango e paglia.

Una volta seccatosi, viene passato un impermeabilizzante per rendere i muri a prova di pioggia, senza però incidere sulla traspirazione dell’argilla, caratteristica fondamentale in bioarchitettura. In soli tre mesi, il progetto partecipato ha permesso di rimettere in piedi altrettanti edifici, anche grazie alla semplicità nel replicare le strutture. Il carburante economico che ne ha permesso l’avvio è figlio di donazioni delle famiglie e delle persone coinvolte, capaci di scrivere il lieto fine a una storia cominciata in tragedia.