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UniCredit: stop prestiti al carbone entro il 2023

UniCredit
Credits: Krzysztof Pluta da Pixabay

UniCredit, la più grande banca italiana, vuole migliorare le sue “credenziali climatiche”.

 

(Rinnovabili.it) – La banca UniCredit si è impegnata a bloccare tutti i prestiti a progetti che fanno uso di carbone entro il 2023, stabilendo rigidi impegni per ridurre la dipendenza delle sue attività di finanziamento dal combustibile fossile e unendosi così ad un numero sempre più grande di istituti bancari e società finanziarie che intendono migliorare le loro “credenziali climatiche”.

 

La notizia arriva qualche giorno prima della presentazione del nuovo piano quadriennale della più grande banca italiana, attraverso cui UniCredit intende anche aumentare i suoi investimenti in fonti rinnovabili con circa 9 miliardi di euro di finanziamenti entro il 2023. Durante la conferenza stampa di presentazione del piano, l’amministratore delegato dell’istituto finanziario, Jean Pierre Mustier, ha anche dichiarato che, entro quella data, la società ha intenzione di eliminare del tutto l’impiego di materiale plastico monouso, prevedendo inoltre di ricavare il 100% dell’energia elettrica per i suoi uffici in Italia, Germania e Austria da fonti rinnovabili, rispetto al 78% del 2018.

 

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Inoltre, la nuova politica finanziaria O&G (Oil and Gas, petrolio e gas) della banca vieterà il finanziamento di nuovi progetti petroliferi in Artico, sul gas di scisto, sul fracking, sul petrolio da sabbie bituminose e per progetti di estrazione in acque profonde. A questo proposito, durante la conferenza stampa, Mustier avrebbe accennato alla possibilità che UniCredit possa investire in progetti di transizione energetica, ad esempio sostenendo finanziariamente impianti che ricavano l’energia dai rifiuti.

 

In questo modo, la banca italiana si allinea alle nuove direttive della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), con la quale aveva già firmato a febbraio di quest’anno un accordo in cui si impegnava, a fronte di una linea di finanziamento di 50 milioni di euro, a sostenere le PMI (piccole medie imprese) italiane che operavano in progetti finalizzati a contrastare i cambiamenti climatici.

 

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