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Tutela marina, in Toscana le foci dei fiumi sono una nota dolente

Goletta Verde naviga nelle acque toscane e avverte: “Situazione critica alla confluenza delle acque dolci”

Toscana

La campagna di Legambiente presenta i risultati dei monitoraggi effettuati in Toscana

(Rinnovabili.it) – Deludono le analisi di mare e coste effettuate in Toscana da Goletta Verde 2018. La celebre imbarcazione di Legambiente sta costeggiando le sponde tirreniche per far luce sulla situazione in cui versano i litorali italiani e oggi rivela: su venti punti monitorati in Toscana, tredici sono risultati inquinati e di questi, nove possedevano cariche batteriche particolarmente elevate. Ma non si tratta di una sorpresa come spiega Davide Sabbadin, portavoce della campagna dal momento che “il problema riguarda non solo le aree costiere ma gran parte del territorio nazionale”. La vera nota dolente della regione sono i fiumi che continuano a riversare in mare scarichi non depurati, rischiando di compromettere la qualità del mare e di quei tratti di costa, e danneggiare seriamente l’ecosistema e la salute dei bagnanti.

Dalla bocciatura, si salva tuttavia la Maremma Grossetana, le cui performance ambientali sono addirittura segnalate come “eccezionali”.

Interessanti anche i dati contenuti nel dossier Mare Monstrum: la regione occupa il settimo posto (su quindici) nella classifica delle illegalità, con 1297 infrazioni accertate, 1717 persone arrestate e denunciate e 291 sequestri effettuati. “La Toscana – aggiunge Sabbadin – ha 2,2 infrazioni per ogni chilometro di costa con numeri maggiori nell’ambito delle illegalità nel ciclo dei rifiuti e del cemento, e nei reati legati al codice della navigazione. Noi non vogliamo solo informare e sensibilizzare i cittadini, ma negli ultimi due anni abbiamo anche presentato alle autorità preposte esposti sui punti più critici individuati, nella speranza che si intervenga per accertare le responsabilità, sanando le situazioni più delicate”. E quest’anno Goletta Verde ha presentato per il territorio toscano due esposti sulle situazioni più critiche: uno inerente la foce del Fosso di Mola / Fosso Centrale, all’Isola d’Elba (Li) e l’altro per la foce del torrente Carrione, a Marina di Carrara (Ms), da dieci anni a questa parte il sito più inquinato della costa toscana.

“I dati all’Elba confermano sostanzialmente i risultati dello scorso anno – afferma Umberto Mazzantini di Legambiente Arcipelago – la situazione della Zona umida di Mola, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano si conferma preoccupante, con livelli di inquinamento che non sembrano dipendere dal depuratore di Capoliveri ma probabilmente da scarichi abusivi in un’area di altissimo valore naturalistico ed importantissima per la fauna stanziale e migratoria, con la presenza di specie rare e spesso uniche per l’intero Arcipelago Toscano”. 

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