Sviluppato un nuovo sistema costruttivo in legno in grado di superare i limiti degli attuali sistemi pre-assemblati, per realizzare strutture di emergenza o temporanee al 100% sostenibili
(Rinnovabili.it) – In legno massiccio, modulare e facile da assemblare anche per i non addetti ai lavori. Ma, soprattutto, sostenibile. Parliamo dei frutti di TRE3, progetto d’edilizia in legno condotto dall’Ivalsa-Cnr insieme all’azienda trentina X-Lam Dolomiti. Co-finanziato dalla Fondazione Caritro con il Bando ricerca e sviluppo economico 2016, TRE3 nasce con l’obiettivo di sviluppare un nuovo prodotto costruttivo a moduli, finalizzato a strutture di emergenza o temporanee.
“Il prodotto che intendiamo realizzare grazie a questo progetto consiste in un modulo-parete di legno che unisce la tecnologia a pannelli massicci (X-Lam) e quella a telaio leggero (LTF), un sistema finora mai affrontato dalla letteratura scientifica del settore”, spiega Andrea Polastri, ricercatore dell’Ivalsa-Cnr e responsabile scientifico di TRE3.
Il progetto supera i limiti degli attuali sistemi pre-assemblati in commercio, offrendo assieme alla leggerezza e prefabbricabilità, anche prestazioni meccaniche elevate. Il punto di partenza sono i pannelli X-Lam, un prodotto ingegnerizzato composto da almeno tre strati di tavole in legno di conifera reciprocamente incrociati ed incollati. Le colle sono prive di formaldeide e tutto il legname utilizzato proviene da gestione forestale sostenibile, con certificazione di catena di custodia (secondo lo schema PEFC e/o FSC). La parete TRE3 è costituita da un modulo intelaiato le cui componenti sono realizzate con elementi in X-Lam, garantendo leggerezza e versatilità.
Due caratteristiche fondamentali che, grazie anche all’utilizzo di un nuovo sistema di connessione mediante semplice bullonatura, consentono di aggirare le principali criticità delle strutture riprodotte in serie e impiegate per emergenze (disaster-resilience) o a fini logistici in manifestazioni e fiere: difficoltà di trasporto e movimentazione, da una parte, e il processo di smontaggio e riutilizzo, dall’altra.
“Il principale punto di forza di tale prodotto è dato dalla modularità del sistema 2D (gli elementi base del pannello vengono trasportati separatamente e assemblati in situ), che consente notevoli vantaggi in termini di trasporto, movimentazione e assemblaggio rispetto ai modelli 3D in commercio, e dal sistema di connessione che ottimizza il processo di lavorazione, garantendo un rapido smontaggio e riutilizzo delle strutture. Un metodo che favorisce un vero e proprio processo di autocostruzione del modulo e l’impiego di manodopera non specializzata”, continua il ricercatore.
E non solo. Il progetto è stato pensato in un’ottica di sostenibilità a 360 gradi. Quindi, attenzione ai rifiuti – i singoli elementi base possono essere realizzati utilizzando gli sfridi legnosi della produzione di pannello X-Lam – e al consumo di suolo – il sistema TRE3 consente di sopraelevare un edificio in tempi rapidissimi. Oltre all’Ivalsa-Cnr e l’azienda X-Lam Dolomiti, nel progetto, che si concluderà nel 2018, sono coinvolti, la Lund University, Fraunhofer Italia e l’azienda altoatesina Rothoblaas. Dalle diverse fasi sperimentali si passerà alla realizzazione di un prototipo in scala reale e quindi di un sistema ottimizzato “pronto all’uso”.