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Dal terremoto nasce un ecovillaggio che mixa città e campagna

ecovillaggio

 

Conclusi i lavori per l’ecovillaggio Jintai dopo il disastro del 2008

 

(Rinnovabili.it) – Quando il terremoto del Sichuan devastò la Cina con scosse di magnitudo 8.0, quasi 5 milioni di persone rimasero senza tetto. Tra i soggetti coinvolti nella ricostruzione, lo studio di ricerca e design Rural Urban Framework, una realtà no profit che si occupa di progettazione sostenibile, ha tentato di trasformare il disastro in un’opportunità per migliorare la vita di alcuni abitanti della provincia lacerata, accogliendo gli sfollati in nuove tipologie di edifici. Il progetto dello Jintai Village è stato completato di recente, ed è un prototipo di ecovillaggio che combina orti sui tetti, biogas e uso di materiali reperiti localmente.

 

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Sviluppato con il sostegno del governo locale e delle ONG, il progetto di ricostruzione del villaggio di Jintai è stato pensato come alternativa alle centinaia di migliaia di case ricostruite dopo il terremoto con tecniche moderne e poco attente all’ambiente. Allo stesso tempo, ha rappresentato un’indagine sulla vita di campagna al giorno d’oggi. L’ecovillaggio che ne è scaturito tenendo conto anche di alcune esigenze della vita urbana, come la vicinanza delle case in luogo della tradizionale atomizzazione degli insediamenti rurali.

 

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ecovillaggioGli architetti hanno sviluppato quattro tipi di abitazioni, variabili per dimensioni, funzionalità e sezioni del tetto. In totale il villaggio si compone di 22 case e un centro comunitario, ciascuna con il proprio orto-giardino sul tetto a terrazze. Gli edifici sono muniti anche di sistemi per la ventilazione naturale, la raccolta dell’acqua piovana e l’isolamento in paglia.

In sostanza si è cercato di collegare le necessità del villaggio in un ciclo ecologico, trasformandolo in un modello per le zone vicine. La terra disponibile sul tetto di casa per la coltivazione di cibo è limitata, ma Jintai è inserito in un contesto rurale, e il suo scopo è combinarlo con le abitudini urbane dei suoi abitanti. Il centro comunitario è visto in quest’ottica come polo aggregativo, con un tetto su cui si può coltivare collettivamente, sviluppando la socialità.

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