Dall'housing sociale all'autocostruzione, dall'architettura post-disastro alle ottime prestazioni isolanti: ecco alcune delle 40 proposte finaliste del premio
(Rinnovabili.it) – Sono 40 i progetti finalisti del Terra Award 2016, il primo premio internazionale dedicato all’impiego della terra in architettura contemporanea. Progressivamente, questo materiale sta prendendo sempre più piede anche al di fuori del ristretto ambito dell’architettura vernacolare. Infatti la lista dei vantaggi che derivano dall’impiego della terra come materiale da costruzione è lunga. Dalle proprietà isolanti grazie all’ottima inerzia termica alla resilienza, passando per la semplicità di assemblaggio e costruzione di alcune tecniche e i costi contenuti.
Il premio ha l’obiettivo di promuovere l’uso della terra in architettura in quanto materiale sostenibile dall’ampia disponibilità e dalla bassa richiesta di energia in fase di costruzione, approfondendone possibili usi futuri. Tra i criteri che la giuria adotterà durante la selezione finale del 9 luglio prossimo figurano: integrazione nel paesaggio, performance energetiche, creatività e innovazione, performance tecniche, rapporto con economia locale e densità sociale.
I 40 progetti finalisti spaziano tra le tecniche più disparate alle funzioni più distanti. Ecco le 3 proposte più interessanti in gara.
La “Grande Muraglia” in terra cruda
La “Grande Muraglia” è un gruppo di 12 alloggi temporanei per i cowboy australiani. Il muro in terra cruda si snoda con un profilo a zig-zag per 230 metri lungo il margine di una duna di sabbia. Gli alloggi in pratica sono sotterranei, dal momento che anche i loro tetti sono in parte in terra battuta e in parte sfruttano la presenza della duna. L’uso di questi materiali aumenta l’inerzia termica e la resilienza alle tempeste di sabbia della “Grande Muraglia”.
Il campus SECMOL
Terra cruda anche per questo campus scolastico situato in India, nella turbolenta regione di Ladakh vicino al Pakistan e al Kashmir. Il campus propone un approccio educativo alternativo a quei ragazzi con i quali i metodi tradizionali hanno fallito. Oltre al largo impiego della terra cruda, la struttura è anche del tutto riscaldata da solare termico e autonoma dal punto di vista energetico grazie al fotovoltaico.
Il villaggio terremotato di Ma’anqiao
Ottimo esempio di architettura post-disaster: il villaggio di Ma’anqiao, in Cina, colpito dal terremoto, viene ricostruito in autocostruzione dagli abitanti. La decisione del Ministero dell’Edilizia e dello Sviluppo Urbano-Rurale di Pechino ricade sulla terra-cemento, una miscela che usa la terra al posto della sabbia e una minor quantità di cemento, con buone prestazioni di resistenza.