Kengo Kuma ad Hangzhou ha realizzato un museo rivestito di tegole riciclate che ripropone il concept del villaggio tradizionale in un'ottica sostenibile
(Rinnovabili.it) – Il maestro dell’architettura Kengo Kuma per il Folk Art Museum dell’Accademia delle Arti Cinese ha realizzato un edificio antico e moderno allo stesso tempo, che ripropone forme e materiali del passato in un’ottica nuova, essenziale e sostenibile. Il nuovo museo dalle tegole riciclate si trova ad Hangzhou, una città sulla costa orientale della Cina, nota per le coltivazioni di the.
Le caratteristiche del villaggio tradizionale cinese sono riproposte nei tetti spioventi, nei materiali naturali e nella creazione di un insieme formato da diverse unità, che a prima vista appare come un unico oggetto, separato dal contesto naturale che lo circonda. Ogni sezione è pensata come una piccola casa, che dialoga e si collega alle altre e tutte insieme formano un unico organismo, che vive grazie al rapporto delle diverse unità.
“Il progetto si basa sulla suddivisione geometrica delle unità di un parallelogramma, per affrontare la topografia complessa”, ha spiegato lo studio “Ogni unità ha un piccolo tetto individuale, per cui la prospettiva è come quella di un villaggio, che evoca una visione della distesa di tegole riciclate nel tetto.”
L’uso delle tegole riciclate in facciata
Per schermare in modo naturale la galleria dai raggi del sole anche questa volta Kengo Kuma ha proposto una delle sue celebri facciate ombreggianti. Una rete di filo d’acciaio inossidabile riveste la facciata e nei fori romoboidali sono incastrati coppi di tegole riciclate dagli edifici della zona ormai dismessi. Questa scelta inserisce nel progetto elementi unici – ogni tegola è differente in base all’edificio di provenienza – che mantengono un’unitarietà di base. In questo modo l’effetto naturale dell’intero complesso è sottolineato e il richiamo al passato ricorre.
L’interno dell’edificio asseconda l’orografia del terreno e con una serie di scale in legno e rampe in pietra si passa di livello in livello, come per scendere dalla collina in cui è posto il museo.