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Il Consiglio UE annacqua i target 2030 sull’efficienza energetica

Il Consiglio UE dell'energia trova un accordo sulla direttiva 2030 per il risparmio energetico ma elimina il carattere vincolate degli obiettivi

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(Rinnovabili.it) – Target sull’efficienza energetica vincolanti? Non per il Consiglio dei ministri europei dell’energia, che rispedisce a Bruxelles la proposta di direttiva sul risparmio energetico cassando uno dei passaggi centrali. In momento come quello attuale, in cui uno dei più grandi inquinatori al mondo è intento a fare a pezzi qualsiasi politica climatica, ci si aspetterebbe che l’Europa riprenda le redini di quella leadership ambientale che ne aveva fatto un esempio internazionale negli anni novanta. Niente di più lontano, invece, dalle intenzioni dei Ventotto.

 

L’Accordo di Parigi e la minaccia dettata dal ritiro USA, non hanno scosso minimamente il Vecchio Continente che, al di là di vane promesse, mostra di essere sempre più incapace di agire. Ed è così che i ministri europei dell’energia, riunitisi ieri a Lussemburgo per trovare un accordo sul pacchetto energia pulita, finiscono per affossare i nuovi target 2030 sull’efficienza energetica. La proposta scritta dalla Commissione europea e inserita nel winter package prevedeva un obiettivo di efficienza energetica, vincolante a livello comunitario, del 30 per cento e un obiettivo annuale di risparmio dell’1,5 per cento dal 2021 fino al 2030.

 

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Le posizioni osteggianti degli Stati Membri erano note da tempo, in netto contrasto con l’ambizione richiesta dall’Europarlamento. Il blocco costituito da Regno Unito e alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale ha avuto la meglio chiudendo, dopo ore di discussioni, con un compromesso al ribasso: via qualsiasi riferimento dalla nuova direttiva alle parole “vincolante” e “obbligatorio”, lasciando come sempre ai Paesi la piena flessibilità.

E ancora, l’obiettivo annuale di risparmio energetico si abbasserà all’1% nel periodo 2026-2030, a meno che la revisione intermedia, nel 2024, non giunga alla conclusione che l’UE è fuori strada.

 

Se Malta, a cui è affidata fino alla fine del mese la presidenza UE, esulta, il Commissario per l’energia, Miguel Arias Canete, non può non far notare come il compromesso sia “inferiore rispetto il livello di ambizione contenuto nella proposta della Commissione europea”.

Ne esce quasi intonsa, invece, la proposta di direttiva sulla prestazione energetica in edilizia, secondo tema nell’agenda del Consiglio Energia. I ministri hanno trovato un accordo che non debilita la bozza dell’esecutivo: i Ventotto hanno approvato l’obbligo di una centralina per la ricarica delle auto elettriche ogni dieci posti auto nei parcheggi degli immobili non residenziali come centri commerciali o uffici, e la cablatura obbligatoria per installare le colonnine in tutti i posti auto nei parcheggi degli immobili residenziali, purché siano nel complesso superiori a dieci. Si propone inoltre un indicatore d’intelligenza per gli edifici e la semplificazione delle operazioni di ispezione degli impianti di riscaldamento e di condizionamento.

Gli accordi adottati ieri dai ministri serviranno ora come base per i negoziati con l’Europarlamento