(Rinnovabili.it) – I Paesi OCSE si erano dati obiettivi di crescita verde, ma per il momento hanno fatto progressi irregolari: colpa soprattutto dei troppi sussidi ai combustibili fossili. Lo dichiara un nuovo rapporto dell’OCSE, che stigmatizza il modo in cui i governi stanno compromettendo i target della green growth lanciati nel 2011 dall’organizzazione. Ora, dopo 4 anni, l’OCSE ha deciso di tirare le fila, così da produrre un dossier che sia di stimolo ai Paesi che ne fanno parte e che, ad oggi, nicchiano parecchio sul tema.
Finora, 42 Stati hanno sottoscritto la Dichiarazione sulla crescita verde: tra essi anche Australia, Brasile e Cina. Circa un terzo dei Paesi dell’OCSE ha inoltre adottato la Green Growth Strategy’s indicator framework, che aiuta l’organizzazione a tenere traccia dei progressi compiuti dai singoli governi.
La relazione ha rilevato che, anche se sono stati compiuti alcuni progressi incoraggianti, nessun Paese ha ancora effettivamente legato crescita economica e politica ambientale. Il rapporto mette in guardia su una spesa pubblica troppo spesso non allineata con gli obiettivi ambientali.
Ad esempio, i governi spendono circa 640 miliardi di dollari l’anno in sussidi ai combustibili fossili, e il gasolio è tassato meno della benzina in 33 Stati OCSE su 34 (nonostante inquini l’atmosfera molto più gravemente).
Gli analisti dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico raccomandano una serie di misure per accelerare il processo di “rinverdimento” dell’economia. Inoltre, invita i governi ad aumentare il sostegno pubblico a progetti di crescita verde: dalla mitigazione dell’effetto sul mercato del lavoro al calmierare il prezzo delle politiche ambientali per le famiglie.
Il documento dell’OCSE arriva dopo che, all’inizio di questo mese, un rapporto dell’Istituto Grantham ha suggerito che ogni Paese potrebbe beneficiare a livello finanziario di quasi tutte le azioni volte a contrastare i cambiamenti climatici. Si tratta di trasferire risorse dalle politiche di sostegno all’industria inquinante a misure per favorire l’innovazione e la sostenibilità, uno sforzo troppo spesso annunciato ma mai davvero avviato.