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L’avanzata del cemento: il IV rapporto sul consumo di suolo

L'inarrestabile avanzata del cemento IV rapporto sul consumo di suolo(Rinnovabili.it) – Continua ad opprimere il territorio italiano la pesante condanna del consumo di suolo dovuto agli innumerevoli interventi edilizi che sottraggono suolo libero a favore di interventi urbanistici non sempre necessari.

 

Da diverso tempo il tema del consumo di suolo è andato oltre le sole proteste ambientali per approdare nelle aule parlamentari, nonostante ciò il nostro Paese resta tutt’oggi privo di politiche urbane che orientino investimenti e progetti a favore della riqualificazione edilizia e della rigenerazione urbana.

Anche a livello regionale non esiste una vera disciplina che limiti la trasformazione della risorsa territoriale primaria, tuttavia in alcuni casi specifici si sono prodotte proposte di riforma legislativa e atti di pianificazione strategica che pongono al centro del dibattito il tema de consumo del suolo.

A darne notizia è il Rapporto del 2014 del Centro Ricerca sui Consumi di Suolo, realizzato da Legambiente, l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) e il DaSTU, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, pubblicato grazie al contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.

Giunto alla sua quarta edizione, il Rapporto 2014 si concentra sulle politiche, sulle proposte e sugli orientamenti emergenti nelle regioni in cui la discussione sul consumo di suolo ha acquisito sostanza e spessore istituzionale.

Tra le prime regioni messe in evidenza dal Rapporto compare la Lombardia, dove è in esame un progetto di legge  più avanzato ora all’esame della Commissione Territorio del Consiglio Regionale.

 

 “La proposta di legge lombarda introduce strumenti adeguati a scoraggiare il consumo di suolo, certo è che agire è divenuto un’urgenza, per questo la legge deve farsi carico da subito della regolazione degli usi del suolo e non aspettare che l’attuale ciclo di pianificazione si concluda – rileva Andrea Arcidiacono, docente del Politecnico e membro della Giunta esecutiva di INU – perché mentre noi discutiamo, i comuni continuano a pianificare enormi sacrifici di suolo. Basti pensare che nei PGT approvati fino a inizio 2014 sono previste urbanizzazioni su oltre 41.000 ettari di suoli liberi: un valore ancora più alto di quello realmente registrato nell’ultimo decennio e che non può essere dato per acquisito”.

 

Tuttavia  il Rapporto sottolinea il ruolo determinante ricoperto dallo Stato ancor prima dei provvedimenti regionali il cui atteggiamento soprattutto in tempi di depressione del mercato,  sembra prediligere il consumo di suolo con l’incentivazione di programmi infrastrutturali ed edilizi piuttosto che investire a favore della riqualificazione urbana.

 

 “Finché i suoli liberi continueranno a costituire gli spazi più redditizi per localizzare interventi immobiliari, parlare di rigenerazione urbana o di edilizia del recupero resterà poco più che un esercizio retorico – conclude Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – davvero sarebbe inconcepibile che l’atteso nuovo ciclo dell’edilizia riproponesse lo spreco di spazi e di risorse territoriali che lo ha contraddistinto nell’ultimo cinquantennio, in cui la Lombardia ha perso un quarto delle sue terre coltivate, invece che recuperare il tantissimo dismesso che c’è nelle città e farne occasione di rilancio, qualificazione e competitività dell’intera infrastruttura urbana presente nella nostra Regione”.

 

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