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Stati Generali della Green Economy: un decalogo per cambiare

10 proposte per facilitare il percorso di cambiamento: dall’istituzione di un Fondo nazionale per la transizione energetica allo sblocco del mercato dei prodotti riciclati

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Gli Stati generali della Green economy presentano il Programma di Transizione

(Rinnovabili.it) – L’economia verde italiana è una delle migliori in Europa: è una realtà forte in cui sono coinvolte quasi la metà delle imprese nazionali, e che negli anni passati ha fatto guadagnare al Paese parecchi credi ambientali. Tuttavia quando parliamo di green economy non parliamo di un punto d’arrivo o una meta da raggiungere. Il termine indica piuttosto un processo di cambiamento, che si evolve con l’evolversi di norme, delle tecnologie disponibili e di tutto ciò che circonda il sistema economico. Ecco perché all’Italia non basta sapere di aver un buon piazzamento nella classifica europea. Il Paese deve tenere il passo per adeguare lo sviluppo della propria economia verde con le mutate sfide energetiche ed ambientali.

 

Ad indicare la via, da ben 5 anni, sono gli Stati Generali della Green Economy. Promossi dal Consiglio nazionale della green economy (formato da 66 organizzazioni di imprese) gli Stati Generali costituiscono un processo di elaborazione strategica, aperta e partecipata che annualmente, nella cornice di Ecomondo, offre uno sguardo d’insieme e nuove proposte per l’economia nazionale.

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Per questo 2017 gli Stati generali della Green Economy hanno presentato a Rimini un “decalogo della transizione”, 10 proposte elaborate dal Consiglio nazionale per “offrire gli strumenti per affrontare le principali tematiche della nostra”.

 

1.Inserire la transizione alla green economy fra le priorità dell’agenda parlamentare e di governo

2. Puntare a ridurre le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030 raddoppiando il contributo delle rinnovabili e di oltre l’80% al 2050 rispetto al 1990, attraverso l’istituzione di un Fondo nazionale per la transizione energetica alimentato con misure di carbon pricing, compresa una carbon tax progressiva.

3. Puntare sull’economia circolare incentivando la riduzione dei rifiuti, migliorando la riciclabilità dei prodotti e sviluppandone il mercato.

 

4.Attivare un Piano nazionale per la rigenerazione urbana, supportato con gli strumenti e gli indirizzi della green economy
5. Far cambiare direzione alla mobilità urbana dando priorità nell’allocazione degli investimenti pubblici nelle infrastrutture in favore della mobilità urbana e prevedere divieto di immatricolazione per le auto diesel e benzina al 2030.

 

6.Assicurare lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, di qualità e multifunzionale fermando il consumo di suolo agricolo e con misure di adattamento al cambiamento climatico e promuovendo e tutelando l’agricoltura italiana orientata alla qualità e alla sicurezza..

 

7. Promuovere l’elevata qualità ecologica quale fattore decisivo per il successo delle imprese italiane attraverso una riforma della fiscalità in chiave green riallocando le agevolazioni dannose per l’ambiente, indirizzando meglio la digitalizzazione, al centro del Programma di Industria 4.0.

 

8. Tutelare e valorizzare il capitale naturale e i servizi eco-sistemici come asset per la qualità del benessere e il futuro dell’economia.

 

9.Investire nella gestione delle acque per assicurare una risorsa strategica, per eliminare gli sprechi e ridurre i rischi di alluvioni.
10.Rendere più efficaci le politiche pubbliche con un maggiore impegno della ricerca, della formazione scolastica e universitaria e del supporto tecnico all’implementazione e alla diffusione dell’eco-innovazione.