(Rinnovabili.it) – L’architetto Vincent Callebaut, dagli inconfondibili progetti che sembrano usciti da un film di fantascienza, ha da poco presentato la città subacquea da realizzare con le stampanti 3D nel tratto di oceano a pochi chilometri da Rio de Janeiro.
Il nome della città, Aequorea, è stato scelto perché la forma degli edifici che arrivano a mille metri sotto la superficie del mare ricorda quella di una specie di meduse bioluminescenti, le Aequorea victoria.
Nel progetto di Callebaut nelle stampanti 3D come materia prima verranno inseriti i rifiuti recuperati nei mari, ormai “zuppa disgustosa di immondizia a base di petrolio”, che è necessario depurare per ristabilire i delicati equilibri degli habitat sottomarini.
La presentazione del progetto subacqueo realizzato con le stampanti 3D
L’architetto che ha proposto i grattacieli per la Parigi del 2050, anche in questo caso nel presentare il piano di Aequorea si è riferito al nostro futuro, fingendo che il disegno della città venisse inviato in una lettera indirizzata al popolo della Terra. A scrivere questo messaggio Oceane, un adolescente che vive nella città-medusa nel 2065 e che direttamente dal futuro ci accusa di ipotecare il destino delle prossime generazioni.
“Quando mio nonno mi racconta il suo modo terrestre di vivere, oggi sembra totalmente assurdo”, scrive il ragazzo. “Stavano consumando le città come una merce piuttosto che intenderle come un bene comune che deve essere alimentato in simbiosi con la natura.”
Gli edifici di Aequorea saranno 1000 cupole di 500 metri di diametro realizzate in Algoplast, una miscela a base di alghe e rifiuti plasmata dalle stampanti 3D. I 20.000 acquanauti che vivranno nell’oceano si nutriranno di alghe, plancton e molluschi prodotti in farm subascquee mentre una serie di serre galleggianti fornirà frutta e verdura fresca.
La lettera del giovane acquanauta si chiude con questo avvertimento: “Non dimenticate mai questa cosa! Gli oceani producono il 50 per cento di ossigeno del nostro pianeta e sono i polmoni più attivi!”