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Sovrappopolazione 2030: le soluzioni del MoMa per sei megalopoli

Hong Kong, Istanbul, Lagos, Mumbai, New York e Rio de Janeiro: le strategie urbanistiche per affrontare la sovrappopolazione di 6 metropoli in scena al MoMa

MoMa-uneven-growth-tactical-urbanism-megacities - Lagos

 

(Rinnovabili.it) – Il problema della sovrappopolazione delle città prospettato per il prossimo futuro è sbarcato anche al MoMa di New York che attraverso la mostra ‘Uneven growth: tactical urbanisms for expanding megacities intende offrire una visione anticipata delle aree urbane della Terra nel 2030 attraverso le suggestive soluzioni individuate da alcuni progettisti e urbanisti internazionali.

Un percorso fatto di redering, animazioni, video e disegni per immaginare come saranno le 37 megalopoli da 10 milioni di persone che potrebbero sorgere entro il 2025, portando all’interno delle città oltre la metà della popolazione mondiale. Realizzato in collaborazione con il Museum of applied arts (MAK) di Vienna, la mostra ‘Uneven growth’ è dedicata a   sei metropoli specifiche: Hong Kong, Istanbul, Lagos, Mumbai, New York, e Rio de Janeiro.

Il vero obiettivo sarà quello di individuare una strada in grado di rendere le città vivibili per tutti i cittadini, affrontando il problema della sovrappopolazione senza escludere nessuna classe sociale e soprattutto facendo i conti con le trasformazioni portate con se dal cambiamento climatico.

Ognuna delle sei squadre chiamate ad immaginare la Terra del 2030 ha avuto 14 mesi per immaginare uno scenario tipo per una delle sei metropoli selezionate, affrontando sempre il problema con una logica “bottom-up” dove il primo elemento preso in esame è proprio il cittadino.

 

MoMa uneven-growth-tactical-urbanism-megacities - Hong Kong

 

Nel caso di Hong Kong ad esempio il problema con cui si dovranno fare i conti sarà l’acqua che circonda la città per l’85%. Con l’innalzamento del livello del mare, la diminuzione della terraferma e l’aumento della richiesta di alloggi dovuta alla sovrappopolazione, la soluzione più plausibile individuata da MAP office e Network Architecture lab, i progettisti incaricati, sarebbe quella di sviluppare la città sopra a otto nuove isole artificiali. Ecosistemi a sé stanti ciascuno dei quali con un’attività economica e sociale specifica che porterebbero occupazione sia durante la loro costruzione che successivamente. L’acqua è e sarà anche il problema di Lagos in Nigeria dove già oggi il 30% delle slum è sott’acqua, a questa si aggiunge la mancanza di elettricità e la congestione dei trasporti. I progetti immaginari del gruppo NLÉ e dello studio zoohaus/inteligencias colectiva mettono insieme la tradizione locale con le soluzioni più innovative, disegnando una città iper tecnologica dove l’energia rinnovabile assicura elettricità a tutti, mentre l’acqua da ostacolo di trasforma in risorsa economica, risolvendo anche il problema del traffico.

 

Sovrappopolazione 2030 la soluzione del MoMa - Istanbul

 

Per Istanbul il problema sarà invece legato all’adattamento della tipologie edilizie attuale al sovrappopolamento. Dopo le lottizzazioni informali degli anni ’70 infatti,  l’Agenzia nazionale del Territorio decise di investire in un’unica tipologia edilizia che fosse in grado di rispondere all’aumento della popolazione urbana e alle nuove esigenze della classe media. Nacquero così i TOKI, delle grandi torri residenziali densamente popolate a creare una sorta di comunità chiusa. In questo caso la proposta del team di progettisti per il MoMa ha trasformato questi complessi monolitici, in piccoli gruppi riuniti (KOTI) quasi a formare piccoli quartieri autonomi, dotati di pannelli fotovoltaici per la produzione energetica, di orti urbani e micro aziende agricole, di auto e servizi condivisi.

Queste megalopoli assieme ai casi di New York, Rio e Bombai, saranno protagoniste al MoMa fino al 10 maggio 2015, mostrando una possibile visione del futuro.

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Così come hanno fatto i sei team di progettisti anche il pubblico di tutto il mondo ha la possibilità di presentare le proprie strategie urbanistiche attraverso la piattaforma online messa a disposizione della mostra.