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Solo energia dalle alghe per questa città sul Danubio

Liberland, la neonata micronazione sul Danubio, scommette su energia dalle alghe, orti urbani di comunità e resilienza per progettare i suoi 7 kmq

Solo energia dalle alghe per questa città sul Danubio

 

(Rinnovabili.it) – Cosa succede mescolando un euroscettico ceco, l’autoproclamazione di indipendenza di uno Stato grande circa 7 kmq, l’intraprendenza di un gruppo di cittadini e le reazioni delle autorità di Serbia e Croazia? La risposta più scontata forse è: i “separatisti” in qualche galera nei Balcani e una storia che fa il giro del web in pochi minuti. Invece il Liberland, la neonata micronazione sulle sponde del Danubio, è ancora in piedi, e la storia che ne potrebbe nascere è ben più ottimistica: sarà, forse, la prima città al mondo alimentata (quasi) esclusivamente grazie all’energia dalle alghe.

Il Liberland è stato proclamato lo scorso aprile, ha un sito web e un giovane presidente, Vit Jedlička, militante del partito euroscettico ceco Svobodnì. La novità è che ha indetto un concorso “nazionale” di progettazione. Di fatto una curiosa ma seria sfida per architetti e urbanisti, che possono immaginare da zero la loro utopica città del futuro, e magari vederla realizzata nel giro di pochi anni.

 

Solo energia dalle alghe per questa città sul DanubioDi certo la sfida ha allettato lo studio RAW-NYC, fresco vincitore della competizione grazie ad un progetto unico nel suo genere chiamato Inverted Archeology. La necessaria verticalità è ricavata sovrapponendo “strati di città” orizzontali successivi, con una sorta di crescita per superfetazione verso l’alto che risponde al futuro aumento della popolazione.

Il risultato, da un punto di vista urbanistico, è un tessuto urbano compatto, denso, integrato e resiliente. Ma soprattutto autosufficiente. RAW-NYC si è affidato all’energia dalle alghe, che non necessitano di particolari quantità di luce per proliferare, per garantire a Liberland la migliore fonte di energia pulita cui i suoi 7 kmq multipiano possano ambire. In buona sostanza: il livello superiore della città sfrutta anche il fotovoltaico, mentre tutti quelli sottostanti si basano sulle alghe.

Follia? No, se l’esperimento servirà a portare innovazioni tecnologiche replicabili altrove. Ma al di là delle alghe, Liberland resta un test sulla fattibilità reale di un progetto onnicomprensivo che si appoggia in tutto al greenbuilding: dai tetti verdi al tassativo ordine di riciclare ogni materiale (compresi rifiuti organici e scarti di origine agricola, poi convertiti in biofuel), dagli orti urbani di comunità sui tetti ai parchi resilienti disegnati per accogliere e contenere eventuali ondate di piena del Danubio.