L'opera è accusata di sprecare soldi pubblici, ma Sadiq Khan preme affinché diventi un vero spazio pubblico aperto alla cittadinanza e coinvolga gli studenti
(Rinnovabili.it) – Non solo si farà, ma diventerà finalmente un vero spazio pubblico, più accessibile per i cittadini. A pochi giorni dalle elezioni, il neo-sindaco laburista di Londra Sadiq Khan rilancia uno dei progetti più chiacchierati della capitale inglese negli ultimi anni. È il Garden Bridge, il giardino urbano sul Tamigi firmato dallo studio Heatherwick, con la collaborazione di Arup e del paesaggista Dan Pearson.
Le polemiche si trascinano da anni tra battibecchi, poca trasparenza di bilancio e panegirici sull’opportunità o meno di pagare l’opera con soldi pubblici. Trascinato nell’agone politico, dei 367 metri di ponte ricoperto di alberi secolari, orti urbani, percorsi botanici sembrava che non importasse più a nessuno o quasi.
Le ombre sull’assegnazione dell’appalto sono gravissime, aveva tuonato qualche mese fa la presidente del Royal Institute of British Architects (RIBA), Jane Duncan, premendo per uno stop immediato. Per non citare i rimbrotti reciproci di conservatori e laburisti.
Eppure, a guardar meglio, dopo aver sciacquato via ogni alone di propaganda dalla vicenda, il motivo del contendere tocca un punto davvero centrale. Quel ponte è uno spazio pubblico oppure no? Un giardino urbano, a che cosa mai dovrebbe servire?
Ed è un diritto dei londinesi la fruizione di un ponte che da progetto doveva fare rete con gli altri parchi della capitale e alleggerire il traffico della City aprendo una nuova via a pedoni e ciclisti? Ma se lo è, verrebbe da chiedere, perché mai non può essere realizzato con le tasse dei londinesi?
Il sindaco Khan ad ogni modo sembra deciso a mettere la parola fine all’odissea del Garden Bridge. Per prima cosa ha reso pubblico il bilancio del progetto. Che aveva avuto luce verde, con l’amministrazione precedente, perché l’intero ammontare – 175 mln di sterline – sarebbe stato raccolto da finanziamenti privati. Il documento svela che i fondi pubblici usati per coprire l’ammanco lasciato dai privati tocca i 60 mln.
Khan ha promesso che l’opera non drenerà altri soldi pubblici, ma dall’altra parte ha piantato alcuni paletti. Manutenzione e gestione costeranno 2 mln l’anno, che saranno raccolti con fundraising in eventi da svolgere sul ponte stesso? Bene, ma non si può chiudere l’opera per 24 ore di fila perché è uno spazio comune. E chiede garanzie affinché gli studenti della capitale lo visitino, piantino essi stessi parte delle piante e se ne prendano cura.