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Roma prepara il piano per contenere l’elettrosmog

Roma prepara il piano per contenere l’elettrosmog2

 

(Rinnovabili.it) – Niente più antenne su scuole, ospedali, asili nido e aree gioco. Così Roma intende arginare un fenomeno dilagante e potenzialmente nocivo per la salute: l’elettrosmog. L’amministrazione ha deciso di adottare un registro cittadino delle antenne e mettere in piedi un osservatorio sull’inquinamento elettromagnetico: lo scopo è rendere meno opaco l’iter autorizzativo e mostrare maggior attenzione alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.

Manca ancora l’ok ufficiale del Consiglio comunale, previsto per la seduta dell’Assemblea Capitolina di domani, poi entrerà in vigore il nuovo regolamento per la localizzazione, l’installazione e la modifica degli impianti di telefonia mobile.

 

Il documento, a firma della Consigliera comunale di Sel Gemma Azuni e del presidente della Commissione Ambiente, Athos De Luca (Pd), prevede la pubblicazione sul web del ‘piano antenne’ e la dislocazione sul territorio di centraline per la misurazione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, i cui risultati saranno periodicamente resi pubblici e consultabili online dai cittadini. Verrà introdotto il divieto di installazione dei ripetitori su edifici sensibili come ospedali, case di cura e di riposo, scuole, asili nido, oratori, orfanotrofi, aree gioco. Interdetti anche gli edifici costruiti abusivamente, sui quali fino a ieri le giunte romane hanno sempre chiuso un occhio (talvolta tutti e due). Le antenne già esistenti su queste strutture verranno rimosse e spostate altrove. I tralicci saranno piantati preferibilmente in «aree libere, prevalentemente non edificate o a carico urbanistico basso», su immobili destinati ad attività commerciali o grandi complessi alberghieri.
Per minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, si cercherà di accorpare più ripetitori su strutture comuni (cositing), da localizzare (sempre «preferibilmente») in aree non densamente abitate.

 

Roma prepara il piano per contenere l’elettrosmog_

 

La capitale dell’elettrosmog

I campi elettromagnetici generati da ripetitori per la telefonia mobile o la trasmissione radiotelevisiva hanno mietuto vittime negli anni, senza che la scienza muovesse un dito in loro soccorso. Eppure gli effetti biologici dei campi elettromagnetici generati da sorgenti di radiazioni non ionizzanti sono sempre più evidenti, tanto da aver costretto anche la IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, a una presa di posizione sui loro possibili effetti cancerogeni nel 2011.

 

Roma è da tempo focolaio di proteste popolari localizzate nei quartieri più colpiti dalla proliferazione, anno dopo anno, di una selva di ripetitori sui tetti dei palazzi. È dai tempi di Radio Vaticana che il fantasma dell’elettrosmog avvolge la Città Eterna, dove vi è molta più conoscenza del tema rispetto alla maggior parte delle altre città italiane. Alla diffusione della conoscenza su un tema altrimenti poco noto, ha contribuito il programma di Radio Città Aperta intitolato “Il nemico invisibile. L’argomento è diventato talmente radicato a livello popolare da scatenare anche la creatività di gruppi musicali della scena rap capitolina, come gli Assalti Frontali, che hanno dedicato alle antenne una canzone.

 

Roma prepara il piano per contenere l’elettrosmog-

 

La beffa del governo Monti

Ma il nuovo regolamento, seppur migliorativo di uno scenario da far west, rischia di essere un misero contentino per la cittadinanza. L’attuale limite italiano per le radiofrequenze è di 6 V/m nei luoghi dove si staziona per più di 4 ore (i limiti europei sono di 61 V/m). La misurazione, effettuata in precedenza ogni 6 minuti dalle Arpa (Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale), è stata abilmente ritoccata dal governo Monti. Con un decreto del 2012, l’esecutivo ha stabilito che le misurazioni dell’emissione elettromagnetica non andavano più distribuite in intervalli così brevi, ma sarebbe bastata una media delle 24 ore. Per ottenere una media sono sufficienti due misurazioni. Questo escamotage permette alle emittenti, senza apparente modifica dei limiti, di aumentare la potenza per ore, sorpassando anche di molto i limiti di legge, e poi scendere sotto i livelli di guardia durante la notte, quando la domanda è minore.

 

Con la presentazione, il 3 marzo, del nuovo piano nazionale per la banda ultralarga, i trucchi saranno superflui, perché Renzi ha dichiarato di voler equiparare i limiti italiani a quelli europei, 10 volte più alti. D’ora in poi, se sentirete puzza di bruciato, potrebbe essere il vostro cervello che frigge.

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