La struttura della ICEhouse in alluminio e policarbonato debutta questa settimana sulle Alpi svizzere, poi sarà ricostruita ad Amsterdam
(Rinnovabili.it) – Si chiama letteralmente “casa di ghiaccio”, ma è una struttura progettata per il riuso e può venire smontata e ricostruita. E vuole mettere l’accento sui vantaggi dell’economia circolare. La ICEhouse progettata dal famoso designer William McDonough debutterà questa settimana a Davos, nel bel mezzo delle Alpi svizzere, per ospitare la riunione annuale del World Economic Forum.
Il messaggio è indirizzato proprio ai partecipanti del WEF fin dall’acronimo che compone il nome dell’opera: Innovation for the Circular Economy house, cioè “casa dell’innovazione per l’economia circolare”. La ICEhouse è stata creata da McDonough insieme ai suoi studi, William McDonough+Partners e WonderFrame LLC. Il team McDonough è stato invitato da Cultura Hub, una rete di collaborazione globale, a creare la struttura di Davos. Situata lungo la passeggiata principale di Davos, ICEhouse è realizzata interamente in alluminio e policarbonato. La struttura di pareti e tetto è stata assemblata nel giro di pochi giorni.
McDonough ha fatto confluire in questo progetto le idee espresse nel suo “Dalla culla alla culla: rifare il nostro modo di fare le cose”, dove sosteneva la necessità del riuso creativo: ripensare profondamente l’intero modello di sviluppo e di produzione mettendo al centro l’analisi del ciclo di vita del prodotto e l’idea di upcycling.
“La ICEhouse è una struttura progettata per lo smontaggio e la ricostruzione – ha dichiarato William McDonough – In un certo senso poetico, è effimera come il ghiaccio: è qui per una settimana, sulle Alpi. La prossima settimana si scioglierà… Ma è destinata a riapparire altrove“.
Al termine del World Economic Forum 2016, McDonough ha pianificato di spostare la ICEhouse ad Amsterdam, presso The Valley nel Schiphol Trade Park, il nuovo hub nazionale olandese che promuove l’economia circolare. Ma la struttura è anche un esperimento che impiega il cosiddetto concetto WonderFrame, che William McDonough progetta come tassello di una più ampia visione. L’obiettivo è arrivare ad un semplice sistema strutturale che potrebbe essere eretto con i materiali disponibili localmente, in qualsiasi luogo, in modo rapido, e adatto alla riconversione per una vasta gamma di modalità di utilizzo.
“Questo concetto mira ad aiutare a trovare il modo di utilizzare molti tipi di materiali, a prezzi accessibili, per creare edifici dignitosi per le persone in una quantità di situazioni differenti – nota McDonough – Noi lo chiamiamo frame, quadro, perché l’output è pensato per essere convertito in qualsiasi struttura di cui ciascuna comunità e cultura possano avere bisogno, e costruito da qualunque materiale a disposizione in quel luogo e in quel momento”.