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Parigi: come trasformare 16 stazioni metropolitane abbandonate in parchi e piscine

Dopo Londra ecco la proposta parigina per la riqualificazione di alcune vecchie stazioni abbandonate della metropolitana trasformandole in spzi per la collettività, da parchi a piscine

1 Parigi riqualificazioni urbane

 

(Rinnovabili.it) – Mentre Londra punta alla trasformazione di migliaia di chilometri di tunnel sotterranei in una fattoria urbana, Parigi pensa alla riqualificazione di 16 stazioni della metropolitana abbandonate per farne parchi, piscine e servizi per la collettività.

 

2 Parigi riqualificazioni urbaneSi tratta in realtà di una trovata politica della candidata sindaco Nathalie Kosciusko-Morizet che ha fatto del riuso e della riqualificazione degli spazi inutilizzati della città, il suo cavallo di battaglia. Il progetto che per primo ha aperto la strada alle grandi riqualificazioni urbane è sicuramente la High Line di New York che in pochi anni è riuscita a rivitalizzare oltre 3 chilometri di un ex tracciato ferroviario.

La strada scelta da Parigi si sviluppa invece sotto terra ed immagina di assegnare una nuova funzione a 16 stazioni “fantasma” quasi tutte abbandonate da oltre quarantanni.

Trattandosi solo di proposte progettuali il gioco forza è stato riposto tutto nei render delle riqualificazioni, realizzati da due team affermati di architetti, che hanno saputo mettere in luce i diversi aspetti positivi derivanti da questi interventi.

E’ la vecchia stazione Arsenal , inutilizzata addirittura dal 1939, la stazione fantasma scelta per rappresentare il progetto. Al posto del vecchio tunnel della metropolitana i progettisti hanno immaginato differenti scenari: un parco sotterraneo per i residenti, una piscina pubblica, vari servizi per la collettività come ristoranti, discoteche e teatri, o ancora una mostra d’arte.

 

Pur essendo assai improbabile l’elezione a sindaco della candidata, i progetti per le riqualificazioni hanno suscitato notevole scalpore tra il pubblico, mettendo in evidenza un tema tutt’altro che secondario per moltissime città d’Europa, ovvero quello del riuso degli spazi urbani e del patrimonio edilizio abbandonato.