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Riqualificazione energetica, la soluzione per il rilancio del Paese

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(Rinnovabili.it) – Rilanciare il Paese diminuendo la dipendenza dall’esterno per i prodotti energetici, puntando prima di tutto alla riqualificazione energetica, all’efficienza, agli incentivi fiscali ed ai vantaggi dell’isolamento degli immobili.

 

Sono questi i temi trattati ieri al convegno Riqualificare gli edifici, una necessità per il rilancio del paese” organizzato a Roma presso l’Hotel Nazionale di Piazza Montecitorio, da F.I.V.R.A., l’associazione che rappresenta i principali produttori di lana di roccia e lana di vetro attivi sul territorio italiano, in collaborazione con il centro di ricerca CRESME.

Un appuntamento fondamentale che ha permesso di fare il punto sull’attuale situazione del settore edile, in vista dell’ormai prossimo recepimento della Direttiva europea 2010/31/UE sull’efficienza degli edifici e sulla proroga degli incentivi per le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni edilizie.

 

“Il settore ha necessità di un forte intervento legislativo per ripartire e per incidere positivamente sull’economia del Paese. La direzione da prendere è quella di incentivare le cosiddette riqualificazioni profonde: interventi a lunga vita utile per affrontare nel lungo periodo il nodo cruciale del contenimento dei consumi. L’isolamento ha di gran lunga la maggiore vita utile, superando oltre i 50 anni, mentre le tecnologie impiantistiche si fermano a 20.” – ha commenta Carlo Boschieri, Presidente di F.I.V.R.A.

 

 

Responsabile da solo dei oltre il 40% dei consumi energetici globali, il settore dell’edilizia civile nel solo 2013 ha consumato circa 47mln di tonnellate di petrolio equivalenti, rendendo indispensabile un intervento attivo sulla riqualificazione energetica dell’intero patrimonio partendo prima di tutto dall’isolamento termico.

 

 

 

Isolare conviene

 

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Il convegno è stata inoltre occasione per presentare la ricerca “Valutazione della convenienza e dell’impatto economico dell’isolamento termo-acustico degli edifici” commissionata da F.I.V.R.A. al CRESME e che ha permesso di censire lo stock edilizio italiano potenzialmente oggetto di riqualificazione (8,2 miliardi di m2), mettendo in luce i benefici che gli interventi di coibentazione porterebbero sia in termini ambientali sia economici e sociali:

 

 

“Si stima che nei prossimi anni solo il 12% delle superfici esterne sarà effettivamente riqualificato, anche se l’investimento necessario per operare sulla totalità delle superfici si aggira attorno a 11,7 miliardi di € all’anno. – dichiara Paolo D’Alessandris del CRESMEUn costo che corrisponde solo al 15% degli interventi di manutenzione straordinaria effettuati annualmente in Italia. Risulta dunque evidente l’importanza della sensibilizzazione del panorama politico e dell’opinione pubblica sul tema”.

 

Nonostante siano solo il 2,6% del totale gli interventi sull’involucro edilizio che hanno usufruito delle detrazioni fiscali, questi stessi permettono un risparmio energetico superiore a tutte le altre operazioni: 17.276 KWh/anno per la coibentazione delle pareti verticali e 26.909 KHh/anno per quelle orizzontali, contro i 2.610 KHh/anno risparmiati dalla sostituzione degli infissi.

 

“L’isolamento dell’involucro è l’intervento che garantisce il miglior mix tra efficienza (costo dell’energia risparmiata) ed efficacia (la quantità di energia risparmiata), – afferma Gaetano Fasano di ENEA – ma, probabilmente a causa del costo più elevato, sono ancora poco utilizzati. Per incentivarne l’utilizzo è evidente che gli attuali incentivi (ecobonus, contotermico, certificati bianchi) devono essere riformati”.

 

 

Un beneficio per i cittadini

 

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L’indagine CRESME ha inoltre permesso di identificare nel degrado acustico una delle principali problematiche da risolvere per i cittadini intervistati (23,3%), seguita dal degrado atmosferico (19,8%), da quello estetico (15,5%) ed in ultimo quello idro-geologico (9,9%).

 

“Un degrado acustico che impatta in modo rilevante sul benessere, sulla salute pubblica e sull’ambiente – dichiara la Prof.ssa Daniela D’Alessandro, Ordinario di Igiene Edilizia e Ambientale presso la Sapienza Università di Roma – che spesso viene sottovalutato. Nell’Unione Europea circa 70 milioni di individui sono esposti a un livello di rumore diurno superiore a 55 dB(A): secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità tale livello di rumore può comportare conseguenze sanitarie rilevanti, quali aumento della pressione sanguigna e rischio infarto. – continua D’Alessandro – In Europa il 30% dei cittadini è esposto a livelli di rumore notturno che superano i 55dB (A), quasi il doppio del limite raccomandato dall’OMS: è necessario che Istituzioni e cittadini adottino misure, come l’isolamento della propria casa, per contenere quest’inquinamento e assicurare una qualità di vita migliore”.

 

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