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Dalle rinnovabili oltre 100 mila posti di lavoro al 2030

Dalle rinnovabili oltre 100 mila posti di lavoro al 2030

 

(Rinnovabili.it) – Perché scommettere sulle fonti rinnovabili quando l’obiettivo è la sicurezza economica del sistema Paese e il rilancio del settore occupazionale? Perchè le green energy nostrane, da sole, potrebbero assicurare, entro la fine del 2030, oltre 100mila posti di lavoro e almeno 135 miliardi di euro di benefici economici. A rivelarlo è il rapporto “Le ricadute economiche delle energie rinnovabili in Italia” , realizzato dal centro di ricerca Althesys per conto di Greenpeace. L’analisi economica svolta dagli autori del report porta i lettori davanti a due possibili scenari: il “reference”, legato alla Strategia Energetica Nazionale – SEN, e l’ “Energy [r]evolution”, in cui si punta in maniera netta sullo sviluppo delle energie rinnovabili.

 

Come in una storia a bivi, lo studio ci presenta quello che l’Italia potrebbe ottenere a seconda il livello d’impegno messo in campo. Nel dettaglio le ricadute complessive stimate al 2030 sono circa 135 miliardi di euro nello scenario “reference” e di 174 miliardi in quello “[r]evolution”. Tra i due scenari esiste una forbice di circa 39 miliardi di euro. In questo contesto stimano gli analisti di Althesys sarà l’eolico ha fornire il contributo maggiore, con ricadute economiche complessive tra 35 e 46 miliardi, seguito dal fotovoltaico, con un valore tra i 34 e i 40 miliardi.

 

Le ricadute occupazionali (dirette ed indirette) nel solo anno 2030 sono stimate in circa 75.100 unità nel “reference”, contro le 102.360 unità dell’ipotesi “[r]evolution”, con una differenza in favore di quest’ultimo di circa 27 mila addetti. “In sostanza – scrive Greenpeace in una nota stampa –  una politica basata sulla “rivoluzione energetica” farebbe crescere l’occupazione a 100 mila unità nel 2030: se già oggi gli occupati diretti delle rinnovabili sono il doppio rispetto agli occupati di Fiat Auto, nel 2030 si potrebbe non solo mantenere questo dato, ma addirittura farlo crescere ulteriormente fino al triplo di quanto oggi occupa Fiat Auto in Italia”.

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