In Italia gli strumenti investigativi e giudiziari sono troppo deboli per contrastare con successo i rischi criminali nel comparto delle green energy
Il rapporto è parte focale del progetto Green Clean Market, realizzato da Transparency International Italia nell’ambito della Siemens Integrity Initiative; le pagine del documento rivelano come a livello globale “la corruzione pesi per circa il 5% del Pil mondiale, con oltre 1 miliardo di dollari pagato in tangenti. Per le aziende, questo si traduce in costi aggiuntivi pari al 10%, mentre per i Paesi in via di sviluppo l’acquisto di servizi da parte delle autorità pubbliche può subire incrementi anche del 25%. In ambito europeo, la corruzione impatterebbe sull’economia interna per circa 120 miliardi di euro all’anno, corrispondente all’1% del Pil”. Le criticità che causano maggiori opportunità criminali o indeboliscono il sistema di prevenzione e contrasto, sono connaturate sia alle scelte politiche e normative in ambito pubblico, come l’assenza di una pianificazione energetica nazionale o di un effettivo coordinamento centrale, sia all’assetto e alle regole del mercato, come ad esempio l’eccessiva mutevolezza delle norme sugli incentivi.
“Lo stesso sistema delle procedure autorizzative presenta un elevato rischio di esposizione alla corruzione e alla frode, a causa delle scelte differenti a livello nazionale, dell’insufficienza dei criteri di qualità che devono contraddistinguere i progetti e i soggetti proponenti, della discrezionalità e dei potenziali conflitti di interessi in fase decisoria, delle dinamiche legate ai tempi e i modi delle decisioni stesse”. In mancanza di misure volte a contrastare il rischio di corruzione e frode, ma anche di un generale radicamento dell’illegalità e del malaffare, lo studio mette in evidenza le conseguenze nel medio periodo per il mercato delle energie rinnovabili:
• rischio di abuso dei fondi nazionali e europei, anche perché la maggior parte dei fondi strutturali per le Regioni dell’Obiettivo Convergenza (2007-2013 energia) non è stata ancora erogata e rischierebbe di finire per sostenere soggetti ed attività criminali
• riposizionamento sia del crimine organizzato che dei colletti bianchi dall’eolico e fotovoltaico verso nuove frontiere, come biomasse, riqualificazione energetica (soprattutto di edifici pubblici)
• interdipendenza crescente tra settori contigui a quello delle rinnovabili, ad esempio il settore bonifiche ambientali per terreni destinati a impianti o il contrabbando di legname per la produzione termica
• sofisticazione degli schemi di riciclaggio, cui si contrappone una troppo debole attività di indagine e repressione
• perdita economica per lo Stato derivante non solo da corruzione, ma anche da evasione, lavoro nero, fuga dei capitali all’estero
• montante sfiducia da parte delle imprese nei confronti di un mercato “inquinato” da tangenti, mala-amministrazione, eccesso di burocrazia ecc.
• progressivo impoverimento dei territori con conseguenze dannose in termini anche di occupazione
• aumento dei rischi per ambiente e persone.