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Rinnovabili e attrattività, la Cina domina mentre l’Italia perde appeal

Italia e Spagna, entrambe alle prese con le ripercussioni indotte delle modifiche retroattive ai propri FiT, perdono terreno nella classifica di E&Y e agli occhi degli investitori

Rinnovabili e attrattività, la Cina domina mentre l’Italia perde appeal

 

(Rinnovabili.it) – E’ un primo posto meritato quello che la Cina si è guadagnato nella classificaRenewable Energy Country Attractiveness Indices” (Recai) di Ernst & Young. La Repubblica Popolare ha riacquistato la posizione numero uno lasciata nel maggio 2013, sorpassando nuovamente gli Stati Uniti in termini di attrattività nel settore delle fonti rinnovabili. Secondo il Recai, che classifica i 40 mercati principali delle green energy in base all’interesse degli investitori internazionali, la Cina sta ora ponendo maggiore enfasi sull’energia verde e la creazione di nuove opportunità di mercato sul fronte rinnovabili. “Obiettivi di politica aggressiva, una maggiore attenzione al consolidamento e al roll-out dei sistemi di scambio di emissioni […] riflettono oggi il valore economico strategico del cleantech cinese”, ha commentato Ben Warren, leader del settore della finanza ambientale a E&Y.

 

Un impegno che le ha fatto meritare la cima della classifica, ma soprattutto il sorpasso del principale antagonista; gli USA. Qui infatti, la paralisi del Congresso e le lentezze burocratiche hanno avuto un deciso effetto negativo agli occhi di chi investe. E se Germania e Giappone rimangono salde nelle loro posizioni, rispettivamente terzo e quarto posto, c’è chi sta subendo profonde trasformazioni. E’ il caso dell’Italia e della Spagna, entrambe alle prese con le ripercussioni indotte delle modifiche retroattive ai propri FiT e conti energia, ed entrambe scivolate in basso nella classifica. Basti pensare che il Belpaese, al 5° posto solo un paio di anni fa, ora deve fare i conti con un poco invidiabile 15° posto. “L’Italia ha aderito al ‘Hall of shame’ (letteralmente il “salone della vergogna”) dei paesi europei che applicano misure retroattive ai regimi di sostegno alle energie rinnovabili, con la costernazione sia degli investitori stranieri che di quelli nazionali”, si legge sul sito di E&Y. E anche peggio è andata alla Spagna passata: la regina dell’eolico è finita ad un lontanissimo 22° posto.

 

Si scambiano i posti invece la Gran Bretagna e l’India, la prima scendendo al 7° gradino della classifica, la seconda salendo al 6°.Da una parte, infatti, il nuovo governo indiano sta facendo di tutto per stimolare gli investimenti pubblici e privati ​​nel settore delle rinnovabili (fotovoltaico in primis), dall’atra, la diminuzione dei fondi e l’apatia politica stanno mandando segnali contrastanti sulle intenzioni del Regno Unito.

 

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