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Riforma VIA, a lavoro per reintrodurre il dibattito pubblico

Dal ruolo delle Regioni alla nuova fase di prescreenig, il ministro dell’Ambiente illustra le principali novità dello schema di decreto sulla Valutazione d'impatto ambientale

riforma VIA - Valutazione d'impatto ambientale

 

(Rinnovabili.it) – Semplificazione, riduzione dei tempi e alti livelli di controllo: questi i tre obiettivi del nuovo decreto legislativo di riforma VIA, la Valutazione d’Impatto ambientale (leggi anche Aggiornamento VIA, arriva il Procedimento Unico Ambientale). A riassumerli è il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, audito stamane alla Camera. Parlando ai deputati della Commissione Ambiente, il ministro ha presentato il lavoro svolto sullo schema di decreto, anticipando alcune nuove ipotesi che recepiscono, in parte, le critiche avanzate nei giorni scorsi dagli ambientalisti. Ipotesi che vedono ad esempio allo studio nuove modalità per inserire nel procedimento quel dibattito pubblico, cassato nella versione attuale. In questo contesto Galletti ha parlato della possibilità di reintrodurre “una fase formalizzata di partecipazione” a cui si andrebbe ad accostare “il rafforzamento dello strumento dell’inchiesta pubblica”.

 

 

Riforma VIA, tra pre-screening e comitato tecnico

Gli uffici del ministero stanno inoltre approfondendo alcuni aspetti più strettamente procedurali che riguardano la nuova procedura del pre-screening e la possibilità “di introdurre ipotesi di sospensione del procedimento di Via ai sensi della legge n. 241/1990 al fine di corrispondere, ad esempio, alle esigenze di svolgimento dell’inchiesta pubblica o di predisposizione di integrazioni progettuali particolarmente complesse”.

 

Galletti ha sottolineato anche come le modifiche apportate dallo schema di riforma VIA siano state effettuate “sulla base del principio di attrazione a livello statale di tutti quegli interventi aventi carattere sovra regionale”. Sulla base di tale criterio verrà rivalutato il complesso di questi interventi dopo il confronto tecnico e politico con gli enti territoriali, “al fine di verificare la permanenza in capo alle Regioni della competenza per i progetti di interesse esclusivamente endo-regionale“.

 

>>Leggi anche Dlgs VIA, i punti critici secondo gli ambientalisti<<

 

Si sta studiando tuttavia di prevedere formalmente la presenza di delegati dalle Regioni nella commissione tecnica in maniera tale da garantire alle esigenze dei territori la partecipazione alle istruttorie di competenza statale. E sempre in tema del comitato tecnico, il ministro ha aperto la porta alla possibilità di “usufruire di più di Ispra e altri enti ministeriali” a patto poter avere “commissari a tempo pieno su questo lavoro”.