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Riforma ETS, l’Ue cede alle minacce dei grandi inquinatori

Riforma ETS, l’Ue cede alle minacce dei grandi inquinatori

Riforma ETS, l’Ue cede alle minacce dei grandi inquinatori

 

(Rinnovabili.it) – Perché bloccare una riforma e rischiare di attirarsi montagne di critiche, quando la si può svuotare dall’interno, pezzo dopo pezzo, fino a renderla inutile? È la strategia che i grandi inquinatori europei stanno mettendo in pratica con la Commissione, che ha per le mani la revisione dell’ETS, il sistema di quote del mercato del carbonio. Con 45 voti a favore e 13 contro, ieri la Commissione Industria ha dato il via libera ad un pacchetto di misure che dovrebbero rimettere in sesto lo zoppicante mercato dei crediti. Misure così vicine ai desideri delle industrie pesanti che la lobby del cemento ha immediatamente lodato il testo, giudicandolo “bilanciato”.

Occorre fare un passo indietro. L’Ue è costretta a rivedere questo meccanismo dopo la condanna della Corte di Giustizia europea, che lo scorso aprile aveva evidenziato le storture dell’ETS: troppi regali ai grandi inquinatori, troppe quote gratuite assegnate all’industria pesante. Revisione che si deve concludere entro febbraio 2017.

 

Riforma ETS, l’Ue cede alle minacce dei grandi inquinatoriOvviamente le lobby dell’industria non sono restate con le mani in mano e hanno preparato un’offensiva. Alla vigilia del voto di ieri hanno recapitato alle istituzioni comunitarie una lettera in cui stroncavano senza mezzi termini le bozze redatte dalla Commissione. I 15 firmatari della lettera – tra cui le associazioni di categoria di chimica, cemento, rame, zinco, nickel, carta – proponevano, di fatto, di non modificare lo status quo, se non in minima parte. E il testo approvato ieri, per miracolo, non è la bozza originaria ma un insieme di punti che ricalca fedelmente quelli della lettera delle industrie pesanti.

La Commissione proponeva in origine un approccio più differenziato: divisione delle industrie in più categorie, e possibilità di non assegnare nessuna quota gratuita ad alcune di esse. La lettera recapitata a Bruxelles, al contrario, agitava lo spettro del carbon leakage, cioè il trasferimento del business da parte delle imprese in Stati con minori restrizioni, per poi proporre una sola grande divisione: quelle “a rischio trasferimento” riceveranno il 100% di quote gratuite, le altre il 30%. Che è esattamente ciò che la Commissione Industria ha votato con entusiasmo.

Inoltre, il testo prevede la cancellazione di 300 mln di permessi dalla Market Stability Reserve (MSR), contenitore per le quote in eccesso, e l’innalzamento della soglia di 50mila t che permette ai piccoli emettitori di chiamarsi fuori dal sistema. Adesso la palla passa alla Commissione Ambiente, che voterà la proposta l’8 dicembre.

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