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ARERA: per la mobilità elettrica essenziale la ricarica intelligente

Durante l’audizione alla Camera, l’Authority spiega come sia necessario introdurre sistemi di smart charging per i veicoli, al fine di evitare picchi di rifornimento e un aumento dei prezzi elettrici

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Foto di andreas160578 da Pixabay

 

 

Cosa è e come funziona la ricarica intelligente (smart charging) dei veicoli elettrici?

(Rinnovabili.it) – In Italia la mobilità elettrica possiede ancora una quota molto limitata del parco auto. Ma per essere preparati alla futura crescita e all’impatto delle e-car, è necessario definire fin da ora soluzioni gestionali ad hoc. Una di queste, come ricordato ieri da ARERA in VI Commissione Finanze alla Camera, è la ricarica intelligente o smart charging. Di cosa si tratta? Non esiste ancora una definizione condivisa, ma è possibile riassumere tutte le tecnologie che rientrano in questo settore come sistemi capaci di monitorare, utilizzare e limitare l’uso di dispositivi di ricarica per ottimizzare il consumo di energia. Sommariamente questi possono essere suddivisi in due macro categorie: sistemi gestiti dell’utente (User-managed charging- UMC) e gestiti dal fornitore (Supplier-managed charging SMC). Nel primo caso è il proprietario del veicolo elettrico a scegliere il momento di ricarica in base al prezzo dell’energia e alle sue esigenze. Nel secondo caso, invece, il fornitore energetico interviene direttamente nella gestione – tramite tecnologia V2G –  regolando la carica e la scarica del mezzo sulla base della produzione di energia in tempo reale, sul consumo locale e sulle informazioni dello stato di carica dei veicoli elettrici.

 

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Questi sistemi sono ancora ad una fase molto acerba in Italia (il decreto V2G è stato pubblicato in Gazzetta solo pochi giorni fa), ma sono fondamentali per far crescere l’elettromobilità nazionale in maniera sana. Secondo l’Authority la ricarica intelligente permetterebbe infatti di evitare un incremento dei costi legato alla stabilizzazione della rete elettrica in caso di futuri “picchi” di prelievo contemporanei. Incentivando i rifornimenti nelle ore e nelle zone più adatte e sfruttando le batterie auto per fornire flessibilità al sistema energetico, UMC ed SMC possono infatti ottimizzare i consumi e trasformarsi in un aiuto per l’infrastruttura di distribuzione.

 

Durante l’audizione ARERA ha ricordato come con l’aumento dei mezzi elettrici circolanti sarà necessario disporre di maggiore energia: una quantità stimata in 2 TWh per milione di auto su strada. In questo contesto l’impatto maggiore potrebbe subirlo la rete di distribuzione, a causa dell’aumento di potenza prelevata in un determinato istante o luogo. “Creare un sistema che sfrutti i momenti in cui la rete è più ‘scarica’ – ha spiegato Stefano Besseghini, presidente ARERA – o coniugare la ricarica con la disponibilità locale generazione elettrica da fonti rinnovabili può determinare benefici economici su tutti gli utenti del sistema elettrico, in ragione delle minori necessità di investimento per il potenziamento delle reti attuali finanziati attraverso le tariffe applicate ai clienti”.

 

L’Autorità per l’Energia ha anche raccomandato che gli oneri generali vengano spostati, in tutto o in parte, dalle bollette alla fiscalità generale. In questo modo si eviterebbero distorsioni o limitazioni del settore, alleggerendo anche i prezzi di ricarica delle auto elettriche. “Su questo argomento forse più che su altri una forte collaborazione interistituzionale permetterà di dare le necessarie risposte per favorire questa apprezzabile trasformazione – ha continuato Besseghini – L’Autorità assicura la propria piena disponibilità così come la prossima attivazione di tavoli tecnici con i principali soggetti coinvolti per valutare ulteriori interventi regolatori”.

 

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