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Api, resilienza e riciclo protagonisti al Good Design Award

Api, resilienza e riciclo protagonisti al Good Design Award

Api, resilienza e riciclo protagonisti al Good Design Award

 

(Rinnovabili.it) – Un metodo innovativo per raccogliere il miele senza danneggiare l’alveare e disturbare le api. Un progetto che unisce resilienza e riciclo abbinati ad un design studiato per facilitare al massimo l’assemblaggio. Sono alcuni dei progetti più interessanti dal punto di vista della bioarchitettura tra quelli premiati al Good Design Award 2016, la cui cerimonia conclusiva si è svolta di recente a Sidney, in Australia.

Diverse le categorie in cui si fronteggiavano i tanti progetti partecipanti: dal design del prodotto a quello della comunicazione, dall’architectural design alla social innovation. Tra le proposte non sono poche quelle che incorporano un’attenzione più o meno spiccata per la sostenibilità ambientale, e alcune ne fanno decisamente l’asse portante dell’intero progetto.

 

 

È il caso di Flow Hive, una tecnologia innovativa integrata alle tradizionali arnie, che permette di raccogliere una buona quantità di miele – circa un bicchiere a settimana – senza dover interferire con il normale svolgimento delle attività delle api all’interno dell’alveare. Tutt’altro che secondario, il progetto sviluppato da Cedar e Stuart Anderson prende in considerazione i rischi crescenti cui le api vanno incontro, che hanno il loro apice nell’impiego massiccio di pesticidi e nella conseguente minaccia per la stessa sopravvivenza della specie, insieme al ruolo fondamentale di impollinatori e di indicatore della qualità ambientale di questi insetti.

“Flow Hive riguarda il modo in cui il design influenza il paesaggio”, spiegano i creatori. Inoltre, la tecnologia si adatta ad alveari di piccole dimensioni, che possono essere facilmente installati nel giardino di qualsiasi abitazione privata, contribuendo alla diffusione delle api.

Guarda invece alla resilienza delle comunità locali il progetto Nevhouse, proposto da un’azienda australiana. Dopo aver condotto diverse ricerche sul campo, anche cercando il confronto con la popolazione, l’azienda ha creato una struttura composta principalmente di plastica riciclata e altri rifiuti, capace di resistere alla forza scatenata da cicloni fino alla categoria 5. La struttura – che può dar luogo ad abitazioni, così come a scuole o presidi medici – è dotata di un impianto solare ed è fornita in un kit che richiede pochi giorni per l’assemblaggio.

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