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Pritzker 2016, Aravena tra architettura postdisastro e sviluppo sostenibile

Nel discorso di premiazione, l’archistar cilena spinge promuove housing sociale e pianificazione urbana a misura d’uomo come chiavi per uno sviluppo sostenibile

Pritzker 2016, Aravena tra architettura postdisastro e sviluppo sostenibile

(Rinnovabili.it) – La chiave per un futuro sostenibile è una pianificazione urbana che metta al centro le persone. Parola di Alejandro Aravena durante la cerimonia di consegna del premio Pritzker 2016, al quartier generale delle Nazioni Unite a New York. L’archistar cilena ha ricevuto il “Nobel dell’architettura” grazie alla sua architettura postdisastro, alle sue abitazioni a basso costo e all’attenzione per le persone che vivono ai margini, in situazioni di difficoltà non soltanto economica.

Un’intenzione peraltro ben espressa dal titolo dell’edizione 2016 della Biennale di Venezia, che Aravena dirigerà da maggio a novembre: “Reporting from the front”. Forse non è una vera battaglia, ma di certo l’architettura più “militante” è chiamata ad affrontare sfide importanti e impellenti per i prossimi decenni.

Pritzker 2016, Aravena tra architettura postdisastro e sviluppo sostenibileE sul palco dell’ONU, Aravena si è presentato con la sua “equazione” per uno sviluppo sostenibile con riferimento all’Agenda delle Nazioni Unite per il 2030. “Ogni settimana – ha spiegato l’architetto – ci troveremo a dover costruire una nuova città per una popolazione di 1 milione di persone, con 10.000 dollari per famiglia. E se non risolviamo questa equazione, la gente non smetterà certo di inurbarsi – continuerà a spostarsi nelle città – ma vivrà in condizioni terribili”.

Lo scenario è questo. Oggi, dei 3 miliardi di persone che vivono nelle città a livello globale, 1 mld vive al di sotto della soglia di povertà. Entro il 2030 si stima che queste cifre saliranno a 5 mld di persone inurbate, di cui 2 mld saranno poveri. Aravena traccia i contorni di questa sfida parlando della “minaccia delle 3 S”: scala, velocità e scarsità (scale, speed, scarcity).

“L’urbanizzazione in sé è un’ottima notizia – ha proseguito l’architetto – perché significa maggiori opportunità, educazione, lavoro. Ma il problema è la scala a cui questo fenomeno sta avvenendo e la sua rapidità”. La conseguenza è la scarsità di risorse. La soluzione? È il cuore dei progetti di Aravena.

“Dobbiamo usare le capacità, le idee e le risorse delle persone stesse per realizzare un ambiente migliore – ha concluso – La risorsa più scarsa oggi nelle città non è il denaro, ma la coordinazione. Quindi dobbiamo creare sistemi più aperti e inclusivi”. Per iniziare, Aravena ha “regalato” 4 suoi progetti di housing sociale a chiunque li voglia realizzare, permettendo di scaricarli direttamente dal sito del suo studio Elemental.