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Cina: i nuovi prezzi dell’elettricità mettono in crisi il mercato del carbone

Il nuovo sistema di tariffazione dei costi dell'energia tende ad andare verso un mercato negoziato, nella speranza che i prezzi dell'elettricità aumentino attraverso una maggiore competitività del settore. Tuttavia, gli esperti di economia mettono in dubbio i piani cinesi, e prevedono rischi anche per le rinnovabili.

Prezzi dell'elettricità
Credits: Free-Photos da Pixabay

In Cina, entra in vigore un nuovo sistema di tariffazione dei prezzi dell’elettricità. Il settore del carbone trema e si teme anche per le rinnovabili.

 

(Rinnovabili.it) – Dal 1° gennaio 2020 è stato introdotto in Cina un nuovo meccanismo per la definizione dei prezzi dell’elettricità. Il vecchio meccanismo di benchmark coal tariffs (tariffe di riferimento del carbone), introdotto nel 2004, è stato sostituito da un sistema più flessibile e, soprattutto, più fluttuante, che potrebbe aggravare la situazione del settore dell’elettricità a carbone, già messo sotto pressione dai continui sforzi per aumentare la sua redditività. Il nuovo meccanismo include un ‘prezzo di base’ fissato allo stesso livello delle tariffe precedenti, a cui si aggiunge una componente ‘variabile’, che consente fluttuazioni entro un limite del 15% in meno e uno del 10% in più rispetto alla base. Le nuove tariffe saranno negoziate dai produttori, dalle società di distribuzione e dagli utenti.

 

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Dal 2004 al 2019, era lo Stato a determinare quanto il mercato elettrico avrebbe pagato l’energia. L’ente di pianificazione economica cinese, la National Development and Reform Commission (NDRC), fissava i prezzi dell’elettricità in base ai diversi costi derivanti sia dalle diverse tipologie di generazione elettrica, sia dalle diverse misure di controllo dell’inquinamento. Questo significava che le imprese operanti nella stessa regione, con i medesimi standard ambientali, ricevevano una cifra uguale per la potenza prodotta. Sebbene con il nuovo sistema la NDRC potrebbe ancora effettuare degli adeguamenti annuali per riflettere le variazioni dei prezzi del carbone, questi aggiustamenti sono stati fatti raramente e, anzi, dal 2013 la tariffa di riferimento è stata adeguata più volte al ribasso, nonostante dal 2015 si sia assistito ad un aumento dei prezzi del carbone. Di conseguenza, molti produttori di elettricità a carbone hanno subito delle perdite economiche.

 

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In merito a ciò, Cao Changqing, direttore del Dipartimento prezzi della NDRC, ha affermato che il governo deve tener conto della capacità delle imprese e delle famiglie di assorbire un aumento dei prezzi dell’elettricità. Detta in altro modo, la NDRC cinese ha tenuto basse le tariffe come strumento di sovvenzionamento degli utenti, principalmente a spese del settore dell’energia a carbone di proprietà statale. Il nuovo meccanismo di tariffazione, quindi, vorrebbe essere un passo verso un mercato negoziato, che limiterebbe questa specie di sussidio. Secondo i piani cinesi, infatti, i produttori di carbone dovrebbero ora essere in grado di negoziare con i loro acquirenti un aumento dei prezzi dell’elettricità. Cosa che, probabilmente, avverrà nelle regioni della costa orientale cinese, dove la richiesta da parte degli utenti di una maggiore affidabilità nella produzione e nella distribuzione dell’energia elettrica potrebbe far andare i prezzi verso una corsa al rialzo.

 

Tuttavia, a dispetto dei piani dell’NDRC, la maggior parte degli esperti e degli analisti di mercato prevede che il settore del carbone non sarà particolarmente agevolato da questo nuovo sistema di tariffazione. Infatti, fatta eccezione per la costa orientale, la Cina continua ad avere un surplus di energia che potrebbe costringere le aziende a ridurre i prezzi per essere più competitive. Inoltre, i concorrenti “verdi” (vale a dire i produttori di energia idroelettrica, solare ed eolica) godono oggi di politiche che garantiscono l’acquisto della loro energia, riducendo così gli spazi per il mercato del carbone.

 

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Tuttavia, anche le rinnovabili potrebbero essere negativamente colpite dal nuovo sistema di tariffazione. Per anni, la tariffa di riferimento del carbone è stata utilizzata anche come punto di riferimento per i sussidi al settore delle energie “verdi”. Con il nuovo meccanismo, l’NDRC prevede che i sussidi per le energie rinnovabili rimangano fissi, perché saranno ancorati al prezzo base e non ‘galleggeranno’. Ma la China New Energy and Electricity Investment Alliance, vale a dire l’associazione di produttori di energia rinnovabile, ritiene che i soli sussidi abbiano un impatto limitato sul mercato delle energie verdi, che si rende evidente proprio nelle eccedenze energetiche. Infatti, poiché queste riforme mirano chiaramente a ridurre i costi dell’energia, alcuni esperti ritengono che anche il settore delle energie rinnovabili ne risentirà.