(Rinnovabili.it) – I sistemi a moduli sono la soluzione più pratica per le costruzioni temporanee. Ma l’architettura modulare ha anche altri, preziosissimi impieghi. Uno di questi è nell’ambito dei rifugi d’emergenza in seguito alle catastrofi naturali più disparate. La Hex House disegnata da Architects For Society, un collettivo no-profit di architetti americani, europei e mediorientali, va proprio in questa direzione. Raccogliendo una scommessa: trovare il modo di rendere quei rifugi temporanei degli spazi abitabili anche per periodi più lunghi.
I punti in ballo sono diversi. La struttura deve avere un’elevata resilienza: specie nel caso di disastri naturali come inondazioni, uragani o terremoti, la probabilità che in un momento successivo l’evento si ripeta è piuttosto alta. Ma si tratta pur sempre di rifugi di emergenza, che devono essere facilmente spedibili, smontati, da un capo all’altro del globo in poco tempo e soprattutto devono poter essere rimontati nel luogo dell’emergenza in fretta e in condizioni non ottimali. E limitandosi all’esperienza italiana, per non assomigliare a quei vergognosi container dove ancora vivono dopo 36 anni alcune famiglie che persero tutto nel terremoto dell’Irpinia (o alle New Town de L’Aquila con i balconi che crollano dopo una manciata d’anni), la Hex House deve potersi adattare alle esigenze di famiglie che crescono, cambiano abitudini e provano a vivere la loro vita in un modo nuovo.
L’architettura modulare e sostenibile di Hex House
I componenti di base sono semplici, leggeri e facilmente trasportabili: tubi di acciaio galvanizzato per la base, pannelli isolanti strutturali (SIP) di metallo per muri, pavimenti e tetti. La Hex House, come suggerisce il nome, ha una forma esagonale che conferisce stabilità, così che non sia necessario alcun tipo di supporto strutturale. Muri e tetto sono autoportanti e si uniscono con semplici giunture maschio-femmina formando un rigido guscio strutturale. Le diverse unità abitative possono essere disposte l’una a fianco dell’altra, unite per condividere alcuni muri e migliorare le prestazioni termiche, oppure ancora combinate tra loro e collegate per formare unità di maggiori dimensioni.
Ciò che è richiesto per sopravvivere in emergenza torna utile come strategia di sostenibilità. L’acqua piovana è raccolta da un pluviale che la filtra prima di accumularla in una cisterna, da cui può essere pompata manualmente all’interno della casa. La ventilazione è garantita su due lati dell’esagono, che può essere orientato in modo da ottimizzare il raffrescamento, cui contribuisce anche un sistema di deflettori. L’energia necessaria è fornita da moduli fotovoltaici.