La tecnologia può fornire un potenziale di riduzione dei costi sociali dell’inquinamento atmosferico valutato in circa 5 miliardi di euro entro il 2020
(Rinnovabili.it) – Fino a 1,7 miliardi di euro risparmiati dalle esternalità ambientali dei sistemi di riscaldamento e circa 5 miliardi dai costi sociali, da oggi al 2020. Sono cifre importanti quelle accompagnano le pompe di calore elettriche, tecnologia ad alta efficienza energetica protagonista dello studio sul valore economico della ECBA Project. I risultati dell’indagine, presentati oggi in occasione del convegno di Assolettrica, mostrano come i benefici ambientali e sanitari legati all’uso delle pompe di calore nei sistemi di riscaldamento siano destinati a crescere: in uno scenario con misure di sostegno passerebbero dai 57 milioni di euro di quest’anno ai 436 milioni di euro nel 2020, con un beneficio ambientale cumulato sul periodo 2014-2020 che ammonta a circa 1,7 miliardi di euro, e che continuerà a crescere anche dopo il 2020.
“Ipotizzando – spiega ECBA in una nota stampa – il fabbisogno termico di un appartamento “elementare” di 115 mq situato in zona climatica D, intermedia per l’Italia (carico termico annuo 13,8 MWhth), il beneficio ambientale annuo è valutabile in circa 258-282 euro per appartamento e quello nell’arco della vita tecnica della pompa di calore di riferimento (15 anni) in circa 4.000 euro. Cifre a cui corrispondono non solo minori emissioni di gas ad effetto serra ma soprattutto minori costi sanitari associati alle emissioni inquinanti degli impianti di riscaldamento”. Si andrebbe così a dar corpo, almeno in parte, all’enorme potenziale di riduzione dei costi sociali dell’inquinamento atmosferico di questa tecnologia, valutato in circa 5 miliardi di euro entro il 2020.
“La valutazione dei costi esterni – spiega Andrea Molocchi, partner di ECBA Project – è particolarmente utile per le tecnologie ad alta efficienza energetica basate sul vettore elettrico, perché consente di effettuare un confronto ambientale equilibrato con le tecnologie non elettrificate, non limitato agli impatti ambientali diretti, bensì esteso agli impatti delle modalità di produzione dell’energia elettrica e all’efficienza del suo trasporto fino al consumo finale, e questo secondo regole di confronto il più possibile omogenee”.