L’appello lanciato dall’Assemblea Pubblica delle piattaforme di trattamento dei rifiuti riciclabili: “Siamo in piena emergenza, chiediamo un confronto con le istituzioni”.
(Rinnovabili.it9 – Le piattaforme del riciclo in Italia sono allo stremo. I grandi cambiamenti sul mercato internazionale, a seguito della chiusura delle frontiere cinesi nei confronti della spazzatura occidentale, hanno agitato un mare di per sé già poco calmo. E oggi il settore non ha difficoltà a parlare di vera e propria emergenza. A fare il punto della situazione è l’Assemblea Pubblica delle piattaforme di trattamento dei rifiuti riciclabili, tenutasi stamane a Roma presso la sede di FISE Unicircular (Associazione delle imprese dell’economia circolare) con la partecipazione delle Associazioni APEC (Associazione piattaforme economia circolare) e ASSOPIREC (Associazione delle piattaforme di recupero). “Siamo in piena emergenza e a breve saremo costretti a rifiutare nuovi conferimenti di rifiuti da avviare a riciclo – spiegano le aziende di settore – . Chiediamo a Governo e Parlamento di attivare quanto prima un tavolo tecnico di confronto tra istituzioni e piattaforme del riciclo per superare l’attuale fase di empasse e scongiurare il concreto e diffuso rischio di blocco delle raccolte differenziate”.
Piattaforme del riciclo italiano, al cuore del problema
I quantitativi di raccolta differenziata crescono in maniera costante a livello nazionale (leggi anche Dagli imballaggi ai RAEE: viaggio nelle filiere del riciclo in Italia), ma l’impegno su questo fronte non basta per mettere al sicuro l’economia circolare italiana. Spesso e volentieri, infatti, all’aumento dei volumi raccolti non corrisponde un’uguale crescita della qualità. Perché è un problema? Perché oggi “la domanda di materie prime secondarie si sta concentrando in maniera crescente su materiali più “puri” e con elevati standard qualitativi”, spiega FISE Unicircular in una nota stampa.
A ciò si aggiungono le tensioni internazionali. La mancanza di sbocchi per il “blocco” dell’export in Cina – a cui è seguito quello di Indonesia e altri paesi del Far East – e la riduzione della capacità di assorbimento delle industrie utilizzatrici della materia prima seconda (cartiere, vetrerie, produttori di pannelli in legno, industrie di trasformazione della plastica, ecc.) stanno frenando il mercato e facendo crollare i prezzi.
Il problema, tuttavia, non è senza soluzione. Le Associazioni e le imprese riunite nell’Assemblea hanno deciso di inviare a Ministero dell’Ambiente, Parlamento e Regioni una serie di proposte e la richiesta formale di attivazione di un tavolo di lavoro per superare questa emergenza. Nel dettaglio si chiede:
- promuovere l’adeguamento e il miglioramento tecnico degli impianti con incentivi agli investimenti per aumentare la qualità dei processi e dei materiali/prodotti ottenuti dal riciclo;
- avviare a soluzione il problema della carenza degli sbocchi di mercato attraverso: l’agevolazione e lo snellimento delle procedure per l’esportazione dei materiali selezionati; il coinvolgimento, in base al principio della responsabilità del produttore, del CONAI e dei relativi consorzi per individuare e promuovere sbocchi aggiuntivi; la promozione dell’applicazione dei CAM e nuove misure di sostegno all’acquisto o all’utilizzo delle materie/prodotti provenienti dal riciclo (es. IVA ridotta) in modo da evitare o colmare il divario concorrenziale tra questi ultimi e le materie naturali/vergini;
- facilitare lo smaltimento degli scarti di lavorazione delle aziende del riciclo privilegiandoli, nell’applicazione delle relative tariffe, rispetto al conferimento delle frazioni indifferenziate; al contempo, rispondere al crescente fabbisogno impiantistico di smaltimento attraverso la creazione di nuovi impianti o l’ampliamento di quelli esistenti con procedure più snelle e tempi certi;
- in via straordinaria ed urgente per questo periodo di transizione, fare fronte alle limitazioni autorizzative degli stoccaggi presso gli impianti per evitare il blocco dei conferimenti e, di conseguenza, delle raccolte differenziate;
- prevedere una congrua rappresentanza degli operatori del settore negli organi di governo del sistema nel suo complesso e delle singole filiere (come peraltro previsto dalle norme di settore).
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