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Come la pianificazione urbana può sfruttare le risorse del sottosuolo

Come la pianificazione urbana può sfruttare le risorse del sottosuolo

 

(Rinnovabili.it) – Le città tendono a crescere in larghezza e in altezza. Il loro potenziale “di profondità” invece è spesso trascurato o sottovalutato nei piani di zonizzazione, limitando lo studio ai casi di realizzazione di metropolitane o sottopassaggi. Una “miopia”, secondo gli scienziati del politecnico di Losanna (EPFL), che può portare a gravi problemi o a opportunità sprecate.

 

Per questo motivo gli studiosi svizzeri stanno lavorando su una nuova metodologia in grado di migliorare la pianificazione urbana nel sottosuolo. Lo studio, che unisce geologia ed economia, favorisce un approccio più razionale allo sviluppo sotterraneo, salvaguardando le risorse naturali. Il ricercatore Michael Doyle, per quattro anni, ha mappato il terreno sottostante tre città tra di oro molto diverse sia sotto il profilo politico, economico e geologico: San Antonio (Texas), Hong Kong (Cina) e Dakar (Senegal). Per farlo si è avvalso della metodologia sviluppata nei laboratori dell’EPFL e soprannominata “Deep City”.

 

L’approccio permette di semplificare le mappe geologiche complesse in modo che le città possano utilizzarle per pianificare lo sviluppo sotterraneo. Attraverso il tempo trascorso nelle tre città, Doyle ha sviluppato un sistema di coefficienti per ogni risorsa presente nel sottosuolo: le acque sotterranee, lo spazio dell’edificio, l’energia geotermica e i geomateriali. Ha potuto così ottenere una sorta di unità di misura applicabile a realtà urbane differenti, a prescindere dal contesto economico e politico.

 

Le mappe elaborate attraverso la nuova metodologia dovrebbero consentire agli urbanisti di elaborare pianificazioni più razionali, tenendo conto delle potenzialità e delle risorse: ad esempio una metropolitana potrebbe essere costruita a fianco di un sistema geotermico oppure si potrebbe migliorare la valutazione del rischio di infiltrazioni delle acque sotterranee o di contaminazione durante la costruzione dei tunnel. “Le costruzioni nel sottosuolo non ti dà una seconda possibilità, a differenza di quelli sulla superficie che possono essere distrutte o rinnovate, quindi è fondamentale anticipare”, spiega Aurele Parriaux, autore della prima versione della metodologia Deep City.

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