(Rinnovabili.it) – Le cucine moderne sono diventate un vero e proprio ricettacolo di gadget elettronici ed apparecchi elettrici, molti dei quali ancora schiavi di pile e batterie. Una dipendenza che un team internazionale di ricercatori è tuttavia riuscito a spezzare in maniera originale ed innovativa. Come? Semplicemente sfruttando le perdite energetiche di un tradizionale forno a microonde. A tentare l’impresa sono stati alcuni ingegneri dell’Università di Tokyo e del Georgia Institute of Technology di Atlanta che hanno ora presentato la propria ricerca alla Conference on Pervasive and Ubiquitous Computing di Zurigo.
Ispirati dal nuovo concetto di trasmissione dell’energia solare dallo spazio alla terra attraverso le microonde, gli scienziati hanno cominciato a studiare la dispersione energetica da una serie di forni per valutare i livelli di potenza utili che potevano essere raccolti. Questo tipo di elettrodomestico impiega un dispositivo chiamato magnetron per generare onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda di 12,5 centimetri ed una frequenza di 2,4 gigahertz. Per la sicurezza dei consumatori normalmente, le perdite elettromagnetiche non possono superare una densità energetica di 5 milliwatt per centimetro quadrato a circa 5 cm dalla superficie del forno.
Per sfruttare questa energia, è stata progettato un accumulatore energetico delle dimensioni di un quarto di dollaro, che in combinazione con un antenna a dipolo lunga circa un cm, capace di convertire direttamente le microonde in corrente continua. “Siamo stati in grado di raccogliere e conservare una piccola quantità di energia generata dal microonde e gestire così dispositivi a bassa potenza in casa”, ha spiegato Yoshihiro Kawahara, tra gli autori della ricerca. Nel dettaglio gli ingegneri sono riusciti a raccogliere 9,98 mJ di energia in soli due minuti di funzionamento di un comune microonde, alimentando un sensore wireless per 2,5 ore e diversi strumenti per la cucina a bassa potenza per qualche minuto.